C’è il sì del Parlamento: il 3 maggio sarà la giornata nazionale dedicata alla memoria dei giornalisti uccisi. La proposta è stata approvata, ieri, all’unanimità dalla Camera con 221 sì. Nessun voto contrario. La pdl presentata a prima firma dal forzista Paolo Emilio Russo è legge. Proprio Russo ha voluto parlare alla Camera delle ragioni alla base della sua proposta e l’intervento del deputato è stata l’occasione per tornare a parlare, una volta di più, del valore fondamentale del pluralismo per la tenuta della democrazia e dei valori costituzionali di uno Stato moderno. Che si celebra ogni giorno, sia chiaro. Ma ricordarsene una volta in più, ogni 3 maggio, di sicuro non farà male. “L’Italia non dimentica i suoi figli caduti per la libertà di espressione. Significa dire ai giovani giornalisti che il loro lavoro, spesso precario, sempre rischioso, è prezioso per la nostra democrazia. Significa, soprattutto, impegnarci a proteggere chi oggi continua a cercare la verità, spesso in contesti difficili, sotto minacce o pressioni. Significa continuare a difendere e sostenere, come questa maggioranza e il governo di Giorgia Meloni, qui rappresentato dal sottosegretario di Stato all’editoria senatore Alberto Barachini, stanno facendo su più fronti, il pluralismo e la libertà”, ha spiegato Russo.
Che ha aggiunto: “La Giornata che istituiamo oggi, la Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione, però, se permettete, è un’altra cosa: nasce dall’urgenza di riconoscere un’altra categoria di vittime del dovere che, sino ad oggi, non aveva avuto un riconoscimento formale. Mi sto riferendo ai giornalisti. Parliamo di donne e uomini che, con il loro lavoro, hanno scelto di servire la verità, spesso a costo della loro stessa vita. Giornalisti che, con coraggio, hanno illuminato le zone d’ombra della nostra società: la criminalità organizzata, la collusione, le ingiustizie”. E quindi ha proseguito: “Non è che cambierà il Paese, certo ma è un piccolo mattoncino che rafforza il nostro sistema democratico”.
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