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I POLITICI SI DIVIDONO SUL FUTURO DELLA RAI. MA LA DECISIONE L’HA STABILITA LA LEGGE NEL LONTANO 2004

Monti ha affermato che interverrà sulla Rai, come non si sa ancora. Il Parlamento è diviso tra chi vuole mantenere lo status quo, chi vuole una Rai riformata, ma sempre pubblica e chi propone una privatizzazione.
Il Pd vuole una Rai diversa, ma sempre pubblica. C’è già un progetto depositato alla Camera dai democratici che propongono un ad con ampi poteri slegato dai partiti. Il Pd non esclude l’ipotesi di un commissariamento pro tempore in attesa di una riforma della governance. La soluzione potrebbe piacere anche a Monti che ha già sponsorizzato un supermanager operativo coadiuvato da un consiglio di soli tre membri, rispettivamente nominati dai presidenti di Camera, Senato e Consiglio.
Fabrizio Morri, capogruppo Pd in Vigilanza, da fiducia a Monti e spera in un intervento deciso del governo sulla prima della scadenza dell’attuale cda. Anche il senatore dell’Idv Pancho Pardi è per la ristrutturazione senza vendita. «Riformare la Rai attraverso un serio piano di rilancio è una priorità, ma la privatizzazione non è, non può essere la soluzione. La Rai deve restare servizio pubblico e come tale non può rispondere alla voce e agli interessi di alcun padrone», afferma Pardi. La voglia di riavere una nuova Rai piace anche al conduttore Michele Santoro che, recentemente intervistato da Fabio Fazio, ha affermato che «bisogna provare a far esistere una struttura di tv pubblica che funzioni dalla parte dei cittadini».
Il Pdl alza un muro e vieta letteralmente al premier di “mettere le mani” su Viale Mazzini. Per il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto la questione Rai non è un problema del governo tecnico, ma è una faccenda tra Parlamento e la Rai stessa. Condivide l’idea Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza, secondo cui gli unici margini operativi del governo sono sul canone e sul contratto di servizio, per il resto «non compete al governo occuparsi di Rai», precisa Butti.
Opposta è l’opinione di Italo Bocchino, vicepresidente del Fli, che da molti mesi sponsorizza una vendita della Rai. Per Bocchino Monti ha il diritto di occuparsi della Rai, essendo quest’ultima un’azienda del Tesoro e una sua vendita sarebbe utile sia per recuperare fondi che per eliminare i partiti dal settimo piano di Viale Mazzini.
Difficile orientarsi in questa selva di opinioni ma va ricordato che la soluzione esiste e si trova nel dettato della, troppo spesso dimenticata, legge Gasparri (legge in vigore dal 2004). Il comma 3 dell’articolo 21 prevede un «procedimento per l’alienazione della partecipazione dello Stato nella Rai» mediante un’offerta pubblica di vendita. In altre parole la legge prevede già un procedimento per la privatizzazione della Rai che sarebbe dovuto iniziare nel lontano 2006. Possibile che nessuno lo sappia?
Egidio Negri

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