La commissione tecnica che deve decidere sull’assegnazione, nominata dall’ex ministro Paolo Romani, intanto è al lavoro per valutare i requisiti dei nove contendenti: la pratica – salvo sorprese – potrebbe essere chiusa entro fine anno dopo il colpo di scena dell’uscita di Sky che si è chiamata fuori dopo aver presentato ricorso contestando «i tempi troppo lunghi e le regole che oggettivamente favoriscono i concorrenti già presenti sul mercato come Rai e Mediaset». Tuttavia sulla procedura stanno pesando anche i ricorsi presentati sempre al Tar da Rai e Telecom Italia Media, discussi probabilmente il 13 dicembre prossimo.
La tv pubblica, Mediaset e Ti Media sono in gara per i due multiplex destinati ai soggetti già presenti sul mercato. 3 Italia, Canale Italia, Prima Tv e Europa 7, dopo l’uscita di Sky, restano gli unici concorrenti in lizza per i tre blocchi destinati ai nuovi entranti mentre la società controllata per la maggior parte dal gruppo Telecom Italia è la sola in gara per il canale per lo standard di nuova generazione del digitale terrestre DVB-T2. Il procedimento del ‘beauty contest’ scelto dall’Italia per evitare la procedura d’infrazione avviata dall’Unione europea per alcune norme della legge Gasparri ha avuto il via libera di Bruxelles, che si è riservata di verificare il ‘pieno rispetto’ delle norme europee e la reale apertura del mercato. Domenica 11 dicembre è apparso su Twitter un falso messaggio da un account fasullo del ministro Passera, che escludeva ulteriori rinvii dell’asta, mentre la posizione del governo è rimasta quella espressa più volte, cioé di un approfondimento del tema, senza che sia stata presa però ancora alcuna decisione.
Luana Lo Masto
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