GOOGLE VIDEO ABDICA IN FAVORE DI YOUTUBE

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Il team di Mountain View rende nota in una lettera ufficiale la chiusura di Google Video, la piattaforma di videosharing dove era possibile scaricare i propri filmati preferiti. Già nel 2009 l’azienda aveva deciso di bloccare la funzione di caricamento ma ora viene sancita anche la scomparsa dei contenuti. Se dopo il 29 aprile non sarà più possibile l’upload dei video, il 13 maggio è stato indicato quale termine ultimo per consentire agli utenti di far trasmigrare manualmente su YouTube, con l’opzione di un bottone, i filmati del proprio archivio, pena la loro perdita.

“Abbiamo sempre sostenuto che la forza di Google Video fosse la sua capacità di permettere alle persone di cercare video in tutto il web, senza badare a dove i video fossero ospitati. Questo cambiamento ci permetterà di focalizzarci sullo sviluppo di quelle tecnologie utili a procurare ulteriore beneficio ai navigatori sparsi in tutto il mondo”, questa la posizione dell’azienda.

Ed in effetti il trasloco “forzato” sull’altra grande piattaforma di videosharing induce a ritenere definitiva la strategia di implementazione di YouTube, specie dopo l’annuncio dell’apertura di 20 canali per quella che sarà la versione televisiva del più popolare “Tubo” virtuale di ricerca dei filmati amatoriali sul web, YouTube Live. L’ investimento iniziale di 100 milioni di dollari lascia però intendere che il vero salto di qualità verso la realizzazione di contenuti non più “realizzati da” ma “prodotti per” gli utenti è ancora in una fase sperimentale. Si parla infatti di produzioni low cost. Eppure all’indirizzo http://www.youtube.com/live è già disponibile la riproduzione gratis di alcune trasmissioni in diretta con il lancio di 10 canali live (ancora tutti in lingua inglese) per lo streaming di eventi e spettacoli di vario genere. Che la società di Mountain View si accinga ad assumere anche il ruolo di web media company sembra un ipotesi alquanto plausibile anche se non si sa ancora se in qualità di produttore di contenuti nell’ambito di un’offerta televisiva tradizionale. Il primo step è stato comunque quello di limitare la concorrenza interna per i servizi di videosharing decidendo di puntare tutto su YouTube, quale risorsa privilegiata sia come motore di ricerca sia come produttore di contenuti. Una scelta forse in parte condizionata dagli attuali trend di mercato che negli Usa attestano una perdita dell’industria via cavo nel 2010 di -2,5 Milioni di utenti. Sono i dati raccolti nell’ultimo rapporto In-Stat a confermare una crescita della preferenza per i video online in seguito al fenomeno dirompente degli over the top, il che potrebbe prefigurare, per la nota società di analisi statunitense, una conversione in massa degli utenti alla fruizione delle piattaforme online per la visione di programmi Tv specifici. Un flusso che però non sarebbe destinato ad aumentare almeno fino a che non venga proposta una programmazione davvero originale. Staremo a vedere che cosa accadrà con l’ingresso del colosso BigG una volta definita la propria offerta.
Manuela Avino

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