Google ha abbandonato ufficialmente il mercato dei motori di ricerca in Cina, ma ha continuato ad essere utilizzato dagli utenti mentre le aziende locali si affannavano per cercare di rimpiazzare l vuoto.
Baidu era già un valido concorrente per Google nella Repubblica Popolare, ed è diventato primo senza sforzo creando un vero e proprio monopolio, con lo “scheletro” di Google alle calcagna. Ma in Cina non esiste immobilismo sulla scena dell’informatica e lo status quo è stato profondamente scosso dall’arrivo di un nuovo motore di ricerca, Qihoo, che in un mare di polemiche ha raggiunto il 15, 20% delle ricerche.
Qihoo non sembra giocare pulito, si dice che “copi” i risultati di Baidu e Google ed ignori i robot.txt. Di sicuro ha scavalcato Google, che ora è al quarto posto della classifica dei più usati.
Google perde di rilevanza anche nelle mappe, ora che Apple ha abbandonato il servizio di Mountain View. Nonostante le polemiche di carattere nazionalista, Cupertino è apprezzata dai cinesi perché sfrutta la mappatura Autonavi, sviluppata da loro compatrioti, ed offre informazioni piuttosto complete. Solo il 9% degli utenti usa ancora Google Maps, mentre i servizi che si affidano ad Autonavi hanno l 25,9% del mercato e il rivale Baidu il 19.1%.
Mentre Google non offrirà nulla di nuovo ai cinesi, questo forte clima competitivo sta creando un mercato particolare, astratto dalle tensioni che caratterizzano l’ecosistema internazionale. Storicamente la Cina ha sempre teso a separarsi dal resto del mondo e la situazione si sta ripetendo anche sulla Grande Rete.
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