L’accordo stipulato tra Google e diversi grandi editori italiani, tutti iscritti alla FIEG, per la remunerazione dei contenuti e l’apertura di una nuova piattaforma di condivisione delle notizie è stato accolto come una rivoluzione nei rapporti tra fornitori di contenuti e piattaforme.
Appare evidente che l’imminente rilascio della delega da parte del Parlamento italiano al Governo di dare attuazione al Regolamento europeo in materia di tutela dei contenuti on line è un elemento che preoccupa, e non poco, i giganti di Internet.
Il punto è che il Regolamento europeo disegna contorni molto ampi rispetto alla disciplina di dettaglio e il testo della delega fin ora sottoposto alle valutazioni del Parlamento appare analogamente generico. Sarà quindi il Governo a decidere come disciplinare il diritto dei produttori dei contenuti e degli aventi diritto rispetto alle piattaforme. Il tema è centrale per lo sviluppo del pluralismo, in quanto accordi individuali, come quello sottoscritto tra Google e i grandi editori italiani rischia di compromettere qualsiasi potere negoziale da parte dei numerosissimi editori di minori dimensioni che Google e Facebook, semplicemente, non ricevono.
La politica del laissez faire seguita a livello internazionale con il web ha generato la formazione di imprese che hanno assunto la dimensione e il potere di veri e propri Stati. Pensare che i Governi nazionali lascino i soggetti più piccoli a trattare con imprese di dimensioni impressionanti significa andare avanti sulla strada che ha portato alla formazione di monopoli inquietanti per sistemi economici moderni ed efficienti. E gli accordi tra grandi editori e piattaforme rischia di creare un nuovo feudalesimo in cui il re attribuisce il privilegio di feudi a qualche vassallo e valvassore; trasformando i piccoli editori in servi della gleba cui riconoscere, forse, qualche elemosina; tanto così è se vi pare.
L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…
Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…
Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…
Allo scopo di garantire il rispetto del pluralismo, della libertà di espressione, della diversità culturale…
Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…
In attesa che finalmente l’Italia recepisca in pieno il Regolamento European media freedom act, la…