“E’ del tutto evidente che il presidente del Consiglio non accetta più l’esistenza di un Tg che osi parlare ancora di operai, di crisi sociale ed economica, di povertà, insomma di tutti quei temi che Berlusconi ed il suo servizio d’ordine vorrebbero letteralmente espellere dal video”. Lo sottolinea il portavoce di Articolo21 dopo gli attacchi del premier al Tg3.
“Adesso – dice Giulietti – è davvero giunto il momento per tutte le istituzioni di garanzia di far sentire la loro voce e di impedire che siano letteralmente cancellati i fatti ed anche le opinioni almeno di quella metà degli italiani che, nonostante tutto continua a non votare per Berlusconi . Ai colleghi del Tg3, ai colleghi tutti del servizio pubblico e a quelli della carta stampata l’invito a proseguire il difficile racconto di un’Italia del lavoro preoccupata e fortemente determinata a difendere la propria esistenza e il futuro delle nuove generazioni”.
“Dopo le sue parole – prosegue il portavoce di Articolo21 -, per curiosità siamo andati a vedere il sito del Tg3 alla ricerca dei quattro titoli contro il governo visti da Berlusconi. Li abbiamo riletti . Il primo recitava “Spiragli per la Innse”, il secondo “Gelo sulla produzione” (i dati incontrovertibili dicono di un quasi 20%), il terzo “Ronde, sindaci divisi” (e così è come recitano gli stessi sindaci, tutti i tg e tutti i giornali), il quarto raccontava delle nomine Rai e della vicenda Sky e poi di un titolo per una importante scoperta per sconfiggere l’Aids, quindi l’allarme alcolismo per i giovani, di seguito raccontava dell’attacco degli hacker, per finire un titolo su Raffaella Carrà, Baglioni, Nicola Di Bari e Gino Paoli che furono messi al bando dalla dittatura argentina.
Siccome non possiamo pensare che il presidente del consiglio sia turbato dall’attenzione che il Tg3 presta ai temi del lavoro, non ci resta che pensare che il turbamento sia stato causato dal titolo sulla Carrà…”
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