Ancora una volta l’Europa ci toglie dai pasticci. L’Ue ha fatto le sue correzione al regolamento di AgCom per la gara sulle frequenze tv. Mancano conferme ma si dà per certo che Rai e Mediaset saranno escluse perché hanno già 5 mux ciascuna. E la mina politica dell’asta è risolta. Ma all’Ue serve il modo di chiudere la partita della procedura di infrazione. Per questo avrebbe fatto sapere che basterebbe anche assegnare solo tre delle sei frequenze. Insomma, a questo punto il problema per tutti è chiudere questa partita senza perdere la faccia: salvando i principi ma senza rimetterci. Ci siamo quasi. Mediaset non partecipa, ma ora può ufficialmente chiedere di usare per la tv il suo mux dedicato al Dvbh. La Rai ha un problema in meno perché non ha i soldi. Telecom le frequenze tv le vende, figurarsi se partecipa ora a un’asta. A Sky le frequenze non interessano perché dovrebbe investire sulla rete, cosa che non ha mai fatto. Chi resta? Quasi nessuno. Allora si abbassa la base d’asta molto sotto i 60 milioni di cui si parla ora. Arriva qualche operatore minore, che non disturba troppo il mercato in fase di vacche magre. L’Ue si dichiara soddisfatta. Il governo pure perché può dire di aver disinnescato la mina e di non aver svenduto le frequenze nel momento di mercato peggiore che ci sia. Nessuno ci avrà rimesso la faccia. Tranne forse l’AgCom. Ma nel gioco delle parti, sarebbe il male minore.
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