Osservazioni ritenute ” ragionevoli “di Olivier Schrameck, presidente del Consiglio Superiore dell’audiovisivo:” il legislatore deve poter operare in piena sintonia con le esigenze del Paese. Pazienza se verranno tassati tutti i dispositivi. La gente capirà”.
In Italia la situazione sembra essere alquanto differente. Il canone è un’imposta sul possesso della televisione, e pertanto il tributo scatta non appena ci si mette in casa un qualsiasi apparecchio atto o adattabile «alla ricezione delle trasmissioni radio televisive». Il tutto prescinde dall’utilizzo o meno dell’apparecchio e dall’effettiva visione dei programmi Rai. Basta avere la tv in casa e si è automaticamente obbligati a corrispondere l’imposta. Al momento smartphone e tablet non sono considerati televisioni e quindi non vincolano il possessore al pagamento della relativa tassa. Qualcosa adesso, probabilmente, Viale Mazzini s’inventerà. Ma c’è una speranza, un sogno. La Rai privatizzata…
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