Finalmente ieri il sottosegretario Antonio Catricalà ha firmato il decreto che trasferisce 50 milioni di euro dal fondo per le emergenze, il cosiddetto fondo Letta, a quello per l’editoria, soldi che sommati ai 23 milioni recuperati dal sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo e ai 50 già esistenti, riportano l’ammontare del fondo a 123 milioni di euro. Se si è giunti a una conclusione positiva, per quanto parziale, si deve molto al lavoro svolto in queste settimane proprio da Peluffo nella ricerca di nuovi fondi che rimpiazzassero quelli tagliati a suo tempo dal governo Berlusconi.
Adesso comincia il secondo tempo della partita, quello che riguarda il futuro. Peluffo sta infatti già lavorando alle norme che dovrebbero regolare un domani la concessione dei contributi attraverso principi di maggiore selezione e trasparenza, e il nuovo regolamento potrebbe essere pronto al più tardi tra un mese. I criteri ipotizzati riguardano le copie realmente vendute e il numero di redattori e poligrafici impiegati nell’impresa. Ma un capitolo a parte riguarderebbe anche una serie di incentivi per il passaggio di alcune testate (i giornali di partito, ma non solo) sul web. In questo caso l’ipotesi alla quale si starebbe lavorando prevede incentivi più alti per il primo biennio proprio per favorire l’on line.
Nulla di fatto invece, almeno per ora, per quanto riguarda una delle richieste più importanti avanzate dalle aziende editoriali, vale a dire la possibilità di stabilizzare il contributo statale per almeno un triennio.
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