“La Federazione Nazionale della Stampa non è solita prendere in considerazione indiscrezioni, boatos e congetture, soprattutto in occasione dei cosiddetti ‘giri di valzer’ dei direttori. Ma 15 milioni cash di ‘buonentrata’ e uno stipendio di 3 milioni annui (questo si dice sia il compenso a Vittorio Feltri per tornare a dirigere Il Giornale), oppure 5 milioni annui a Belpietro per Libero, se confermati, sono cifre esorbitanti, incredibili, illogiche.
Ricordiamo che solo l’anno scorso Il Giornale ha chiesto e ottenuto una ristrutturazione interna, con accesso ai prepensionamenti e attingendo alle casse dell’Inpgi. Se tutto ciò risponde al vero e l’azienda ora può fare un contratto milionario, deve essere prima chiamata a ritornare alla situazione occupazionale precedente, a reintegrare nel lavoro e nello stipendio i colleghi prepensionati, a restituire all’Inpgi i costi dei pensionamenti anticipati.
Al Ministero del Lavoro il compito di fare le verifiche e diradare le nubi. Quanto balza all’ordine del giorno si innesta, peraltro, sulla problematica trattativa in corso alla Mondadori. C’è anche una vertenza sindacale a Libero. La Fnsi chiede ai diretti interessati, alle relative aziende e alla Fieg di fare chiarezza su stipendi che escono dalla legittima riservatezza per entrare di diritto nelle tematiche industriali e sindacali dell’editoria e della sua conclamata crisi”.
Così, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in una nota.
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