Trenta secondi di telefonata con Skype possono costare 15 anni di prigione e multe salatissime. È la nuova legge approvata a fine maggio che proibisce severamente le telecomunicazioni VoIP e altre forme di chiamate di telefonia online legate ai social network. La comunità digitale non è nuova a queste restrizioni: recentemente le autorità cinesi hanno proposto una legge che obbliga gli utenti di forum e microblogger di dichiarare la loro vera identità e rispettare un determinato codice etico. La nuova legge vieta rigorosamente “traffico audio e dati video attraverso i social media” e qualsiasi altro servizio di trasferimento dati in grado di dare informazioni. Secondo la tv Al Jazeera, il Ministero dell’Etiopia delle Comunicazioni e delle Tecnologie avrà il “potere di rilasciare licenze” e “controllare le attrezzature importate per la comunicazione delle informazioni”. Secondo Reporters sans frontiéres , la principale azienda delle telecomunicazioni in Etiopia ha recentemente installato un sistema per bloccare l’accesso alla rete a queglii utenti che voglio navigare in modo anonimo. La linea ufficiale dell’esecutivo etiope è che la legislazione mira a tutelare la sicurezza nazionale e a proteggere dalla concorrenza straniera gli interessi delle società di Stato – ora gestito da Telecom Ethio Teleco – secondo gli osservatori, la legge invece mira a limitare ulteriormente la libertà di espressione e il flusso di informazioni nella nazione di 85 milioni di persone. Negli ultimi cinque anni, siti e blog antigovernativi sono stati spesso bloccati e fatti chiudere molti Internet café, obbligandoli, con una normativa del 2006, di possedere un registro con i nomi e gli indirizzi dei propri clienti.
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