Alla fine di un lungo confronto tra editori indipendenti e traduttori organizzati sta per essere siglato un accordo che si pone come base di una prassi professionale etica e sostenibile – attraverso cinque punti fermi a garanzia di un contratto legale, trasparente ed equo per entrambe le parti – e come esempio per tutti i rapporti del lavoro editoriale. L’intento è quello di costruire insieme un sistema editoriale più solido e pluralistico, e con l’obiettivo di offrire sempre ai lettori il miglior libro possibile. Nel corso dell’evento in cui verrà firmato il protocollo verrà dato spazio ad alcuni interventi a cura di Lorenzo Flabbi, editore e socio Odei, Francesco Sole, della Slc Cgil ed Elisa Comito, in rappresentanza di STradE.
Il rispetto del lavoro dei traduttori, spiegano dall’ODEI, rappresenta un requisito imprescindibile per garantire un’editoria indipendente di qualità. Per questo motivo, l’osservatorio degli editori ritiene che “le Linee guida costituiscono cinque punti indispensabili per operare in un contesto editoriale sano, e quindi capace di valorizzare tutti gli attori che contribuiscono alla creazione dei libri e alla diffusione del sapere e della cultura”.
L’accordo viene salutato con grande ottimismo anche dalla Slc Cgil, secondo cui “questo innovativo protocollo d’intesa è un chiaro esempio di contrattazione inclusiva, di come il sindacato possa rappresentare e contrattare per i lavoratori non subordinati. Ci auguriamo che questo sia soltanto un primo passo verso un più ampio riconoscimento del valore del lavoro e dei diritti dei professionisti del settore”.
I traduttori vedono quindi riconosciuto in maniera chiara e tangibile il valore della loro professione e dell’idea che a qualità del lavoro corrisponde qualità del prodotto, evidenza il loro sindacato: “se, come traduttori, potremo dare per acquisito il rispetto dei diritti e dei patti, come professionisti del libro potremo anche concentrare talento ed energia solo sull’obiettivo che più ci sta a cuore: bei libri, fatti bene”.
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