“Non ci sentiamo tutelati”: è il grido di allarme lanciato da alcuni giornalai che vale la pena approfondire. Questa volta non si parla di liberalizzazioni, abbonamenti scontati e crisi del comparto. La vicenda riguarda i distributori. Facendo quattro chiacchiere con alcuni amici edicolanti ne è venuto fuori uno sfogo singolare. Uno di essi, dopo aver speso un ingente somma per l’apertura di un punto vendita, si trova a sottoscrivere un contratto con il distributore di zona. Tra le tante clausole ce n’è una che impone il pagamento di costi relativi alla distribuzione dei giornali. Ebbene, tale operazione è stata giustificata sotto la voce di “operazioni accessorie” con cadenza mensile. La situazione è che i costi sono diventati insostenibili e lui ha deciso di vendere l’attività. La causa scatenante è stata il fatto che se la quota “accessoria” non fosse stata pagata, la fornitura sarebbe stata sospesa con conseguente danno economico per l’edicola.
Come se non bastassero già le grane dovute alle politiche scellerate degli editori, ora ci si mettono anche i distributori. Ma dico io, gratta e gratta il barile, ma quanto devono guadagnare le edicole per poter soltanto…”SOPRAVVIVERE”?
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