Con i diritti di proprietà intellettuale la società concede agli innovatori e ai produttori di informazioni un monopolio temporaneo per fornire incentivi alla creazione di questi beni preziosi. La società rinuncia dunque ai benefici della concorrenza, quali prezzi più bassi e maggiore diffusione dei beni, e accetta gli svantaggi del monopolio.
Ma il mercato evolve autonomamente. Fino a dieci anni fa i concerti erano considerati strumenti promozionali per vendere i dischi, mentre adesso, per gli artisti maggiori la situazione si è ribaltata. Dai dischi, questi protagonisti ricavano ben poco, ma le copie vendute attivano esternaiità positive legate alla notorietà.
La temporaneità della protezione, nei brevetti come nel diritto d’autore, è la chiave per riversare in seguito i benefici su tutta la società. Ma proprio sulla durata emergono dei paradossi. Circa il 90% dei titoli di libri e dischi esauriscono le vendite sicuramente entro l’anno. In questi casi una lunga protezione rappresenta un costo e un’illusione, ma ai governi appare una misura a costo zero (solo nominalmente) per accontentare lobby insistenti.
(Dalla rassegna stampa ccestudio.it)
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