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DATI MEDIOBANCA: LA RAI ARRANCA DIETRO MEDIASET E SKY

Lentamente muore un’azienda costosa, inefficiente e in continuo calo di credibilità; lentamente muore un’azienda che, a detta di molti, si è mortificata per non infastidire la concorrenza e ha perso 260 mln di euro negli ultimi 5 anni. A dirlo sono i dati dell’ufficio studi di Mediobanca sulla “salute” della Rai.
Lo studio, pubblicato su Internet, analizza vari aspetti: il confronto col passato recente, i ricavi pubblicitari e del canone, il fatturato, gli utili, il costo e l’efficienza dei dipendenti. Subito si evidenzia una differenza tra il 2006 e il 2010; cinque anni fa, con Prodi premier, la Rai poteva contare su 1,49 mld di euro di canone e 1,23 di pubblicità; poi la Sipra, l’azienda che raccoglie la pubblicità per Viale Mazzini, inizia ad affannare, lasciando campo libero alla concorrenza.
Un semestre del 2011 di introiti pubblicitari di Mediaset vale più dell’intero 2010 della Rai: 1 mld euro circa contro l’1,4 dell’azienda del gruppo Fininvest; inoltre la pubblicità in Rai sarebbe anche malpagata: un minuto nel 2010 costava agli inserzionisti 6.250 euro contro i 7.020 del 2008.
Gli italiani che pagano il canone sono diventati, loro malgrado, i principali sostentatori della Rai, così la tassa più odiata dagli italiani frutta a Viale Mazzini 1,66 mld di euro, il 56% del totale.
Sky di pubblicità ne ha poca, ma i canoni di abbonamento del 2010 hanno fruttato 2,36 mld euro a Murdoch.
Mediobanca è impietosa anche con i dipendenti: in Rai sarebbero 11.460, contro 6.285 di Mediaset e 3.932.
Inoltre gli stipendiati da Viale Mazzini sarebbero meno produttivi dei colleghi: un dipendente Sky fattura 756 mila euro all’anno, uno Mediaset 677 mila, mentre in Rai pare che manchi l’efficienza, solo 256 mila euro, e, malgrado i tagli e il regime di austerità, un dipendente Rai costa di più: 89 mila euro contro gli 86 di Mediaset e i 53 di Sky.
Tirando le somme, anche se il margine operativo lordo è pari a Mediaset, il peso del costo del lavoro si fa sentire e il margine netto per l’azienda del Tesoro è negativo dello 0,7%, cioè meno 98 milioni.
Se il 2011 passerebbe per il rotto della cuffia, grazie alle grandi manifestazioni sportive, il 2012 appare durissimo, non basteranno neanche le Olimpiadi e gli europei per ridare fiato alla Rai. «Se anche non accendessimo le luci, nel 2012 saremmo comunque in perdita per 150 milioni di euro», ha dichiarato, in Commissione vigilanza, il dg Lorenza Lei lo scorso 27 settembre. Per il consigliere del Pd, Nino Rizzo Nervo, la Rai è in agonia non solo per una perdita di credibilità, pluralità e libertà editoriale, ma a causa di una debolezza ormai intrinseca nel sistema.
Staremo a vedere se le dimissioni del Premier porteranno risultati migliori, la maggiore concorrente sta vedendo crollare pesantemente i suoi titoli in Borsa: meno 12% in poche ore.
Egidio Negri

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