DA LEGA E OPPOSIZIONE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SU TARIFFE TERMINAZIONE MOBILE

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La questione delle tariffe di terminazione mobile torna d’attualità nel Parlamento con due interrogazioni incentrate sui ritardi della regolamentazione italiana relativamente al fatto che le bollette dei cittadini italiani ancora non possono usufruire di offerte vantaggiose per chiamare i cellulari dal telefono di casa. La prima interrogazione parlamentare è da parte della Lega (Pini, Caparini e Crosio) ed è indirizzata al Ministro dello sviluppo economico, l’altra è dell’opposizione (Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti e Gozi) ed è indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro per le politiche europee. In entrambe le interrogazioni si premette che le tariffe di terminazione (quelle all’ingrosso che l’operatore del ricevente fattura all’operatore della rete del chiamante) sono determinate dalle authority tlc e si fa presente che in Italia non si è ancora rispettato l’orientamento comunitario per il calcolo delle tariffe in modo da favorire la concorrenza e l’efficienza del mercato, attraverso il raggiungimento della piena simmetria tariffaria. A tal proposito, la Commissione europea, con una specifica lettera indirizzata all’Agcom, ha apertamente criticato lo schema di provvedimento italiano commentando negativamente sia lo slittamento del raggiungimento della piena simmetria tra gli operatori; sia il valore delle tariffe proposte, non considerate adeguatamente orientate ai costi; sia il metodo di calcolo utilizzato per fissare le medesime tariffe. Considerazioni evidenziate anche dal Presidente dell’Antitrust e dalle associazioni dei consumatori. Occorre evitare – si ribadisce nelle interrogazioni parlamentari – che gli operatori mobili continuino a lucrare ingiustificati extra profitti ai danni dei consumatori e, a tal proposito, si chiede se, nell’ambito delle rispettive competenze, non si reputi opportuno assumere le iniziative di affinché l’Italia recepisca «senza ulteriori rinvii, le indicazioni della Commissione europea, come auspicato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e dalle Associazioni dei consumatori».

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