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CROLLO DI VENDITE PER REPUBBLICA. SI VA VERSO UNA DIVERSIFICAZIONE DELLA LETTURA?

Non distribuisce dividendi, cerca compratori per All Music, saluta per sempre il fondatore Carlo Caracciolo e, per ora, dice anche addio a ogni sogno di leadership assoluta tra i quotidiani.
Non è un momento strepitoso per il gruppo Espresso. E pure i dati diffusionali di Repubblica a novembre confermano il trend: -20% sullo stesso mese 2007, una media di 532 mila copie, ormai molto lontana dal Corriere della Sera, che, nonostante il -7,6%, può comunque contare su 641 mila copie. Non moltissimi mesi fa il quotidiano diretto da Ezio Mauro era arrivato a sole 30-40 mila copie di distanza da via Solferino. Ora sono 110 mila, un gap che appare incolmabile, almeno nel breve periodo.

Va detto che il risultato molto negativo sconta la decisione di Largo Fochetti di interrompere le iniziative commerciali sul mondo delle scuole, che da sole valevano circa 100 mila copie al giorno, riconvertendo le operazioni sul web. Una scelta dolorosa ma anche apprezzabile quanto a trasparenza nei confronti del mercato. In generale il mondo dei quotidiani vive una fase di grossa instabilità. Tanto che chi mantiene le posizioni del 2007 può considerarsi bravo e fortunato. Così si può dire per la Gazzetta dello Sport, in lieve crescita (+0,4%,) come la Stampa e Il Sole 24 Ore (entrambi a +0,3%). Fa un po’ più male il -0,7% al Messaggero, in quanto il giornale romano scende sotto la soglia psicologica delle 200 mila copie, attestandosi a 198.600.

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