Il giornalista di Repubblica Corrado Zunino è stato ferito a colpi d’arma da fuoco a Kherson, in Ucraina. Ucciso il suo interprete Bodgan Bitik. Ancora sangue sul fronte della guerra. Zunino, colpito alla spalla e trasferito subito presso l’ospedale di Kherson, non sarebbe in pericolo di vita. E, anzi, presto tornerà in Italia come ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo aver investito della situazione l’omologo ucraino Dmytro Kuleba. L’Ambasciata italiana sta seguendo tutta la situazione.
È stato proprio Zunino a raccontare ai colleghi di Repubblica quello che gli era accaduto. Indossava il giubbotto con la scritta “Press”. È stato colpito e, ferito, ha strisciato a terra fino a togliersi dal tiro. Purtroppo per il suo interprete Bogdan Bitik non c’è stato nulla da fare. L’uomo, colpito da un proiettile, s’è accasciato a terra e non si è più mosso. A Zunino è arrivata la solidarietà dei colleghi della Federazione nazionale della Stampa italiana. Che parla di agguato contro la libertà di stampa.
“Dal momento che i colleghi erano ben identificabili come operatori dei media – rileva la Fnsi – quanto accaduto non può che essere letto come l’ennesimo agguato alla libertà di stampa: si vuole colpire l’informazione per impedire ai cronisti sul campo di raccontare gli orrori della guerra in Ucraina. Il sindacato dei giornalisti è vicino alle colleghe e ai colleghi che, pur di onorare il dovere di informare, ogni giorno mettono a repentaglio la loro incolumità”.
La lista delle violenze e delle uccisioni di giornalisti in Ucraina si allunga. Non è il primo caso del genere e, purtroppo, è da diversi anni che sul fronte dell’Est giornalisti, interpreti, reporter e videomaker perdono la vita. I giornalisti dell’Efj avevano, un anno fa, lanciato accuse ben precise: “Si spara deliberatamente su di loro”.
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