“Una sconfitta epocale per tutta la categoria”. Per questo motivo i Cdr dei quotidiani La Nazione, Il Resto del Carlino, Qn e Il Giorno, pur considerando la gravità della crisi che colpisce il mondo dell’editoria ed il settore dei quotidiani in particolare, bocciano l’accordo siglato tra Fnsi e Fieg per il contratto di lavoro giornalistico e sollecitano la Segreteria del sindacato a “un’ulteriore riflessione in sede di scrittura definitiva dei testi”. “Si parla tanto di patto generazionale, ma di fatto non c’é alcuna norma che vada in questa direzione – scrive il Coordinamento dei Cdr – Sul piano economico la triennalizzazione degli scatti, il congelamento sui valori attuali di quelli fino ad ora maturati e soprattutto la fine della rivalutazione mettono a rischio non solo gli stipendi ma anche le pensioni dei giornalisti. Chi è stato assunto da poco dovrà rassegnarsi a non veder progredire il proprio stipendio; chi lo è da più anni si prepara a guardare con maggiore preoccupazione alla pensione. E tutto ciò a fronte di un aumento dei minimi di stipendio che non ripaga a sufficienza dello sforzo enorme, ben 18 giorni di sciopero, compiuto a sostegno della trattativa. Oltre a tutte queste condizioni, vi è anche la beffa della moratoria sullo scatto in maturazione che raffredda ulteriormente la retribuzione dei giornalisti”.
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