Confindustria Cultura Italia – che rappresenta le maggiori imprese nel settore della musica, del cinema, dell’audiovisivo e dell’editoria – ha risposto all’allarme lanciato dal Presidente di Asstel, Stefano Parisi che preannunciava una nuova tassa sui telefoni cellulari.
“Da oltre quattro anni l’Italia – specifica Confindustria Cultura Italia in un comunicato – attende un decreto per aggiornare i compensi sui supporti e gli strumenti che consentono di realizzare copie private ad uso personale in linea con l’evoluzione in atto in tutta Europa. Gli stessi prodotti dell’elettronica di consumo costano in Italia più che in Europa, quando in Europa già si applicano le norme aggiornate sulla copia privata”. “Chi può sostenere – continua il comunicato – che sia colpa dell’industria dei contenuti? Solo chi impunemente aumenta i suoi margini a danno della giusta remunerazione di tutte le altre categorie”.
“Secondo una ricerca della Forrester, in Italia, l’uso degli apparecchi mobili per ascoltare musica è più diffuso tra i consumatori dell’ipod. Non assoggettare al compenso i terminali mobili dedicati sarebbe quindi un grave errore e soprattutto introdurrebbe una disparità nei confronti dei comuni lettori mp3 già assoggettati al compenso”.
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