“Se Freedom House stilasse oggi il rapporto l’Italia sarebbe certamente classificata come paese a grave rischio per la libertà di informazione per l’impressionante escalation verificatasi che si somma ai problemi già esistenti”. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni.
“L’uso delle risorse pubblicitarie – sottolinea – le norme sulle intercettazioni, i tagli dall’editoria al sistema culturale e dello spettacolo, i meccanismi di nomina della Rai, le pressioni sugli operatori dell’informazione sono meccanismi che identificano un progetto non accettabile contrario al dettato dell’articolo 21 della Costituzione”. A questo stato di cose, aggiunge il segretario della Cgil, “è bene reagire con la determinazione adeguata. Una grande manifestazione nazionale è necessaria e urgente. Occorre, però, dare anche continuità e prospettive a questa mobilitazione”.
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