La quiete prima della tempesta o una presa di coscienza e responsabilità per un’azienda storica in gravi difficoltà? In ogni caso è andato tutto liscio nel primo cda con la Tarantola presidente. Il dg Luigi Gubitosi, designato da Monti, ha raccolto l’unanimità dei consensi. Oggi stesso l’assemblea degli azionisti ratificherà la nomina. Si tratterà di una mera procedura formale, visto che la scelta di Gubitosi è arrivata proprio dal governo (che tramite il Ministero del Tesoro possiede l’azienda) insieme a quella della Tarantola e di Marco Pinto. Monti li aveva designati già l’8 giugno, prima che iniziassero i lavori per il nuovo cda. Ora l’organigramma gestionale è al completo. Possono iniziare i tentativi di ristrutturazione del servizio pubblico.
Vittorio Grilli, ministro del Tesoro, e Anna Maria Tarantola hanno già le idee chiare: la priorità va alla gestione finanziaria. Il altre parole servono soldi per fronteggiare un 2012 in calo (del miliardo stimato la Rai potrebbe ricavare meno di 900 mila euro). La pubblicità scarseggia, la crisi economica si fa sentire a tutti i livelli e le spese ci sono. Dunque il tandem Grilli-Tarantola avrebbe già pensato ad una sorta di spending review per la tv di Stato con tanto di prepensionamenti e riduzione dei canali.
«Nell’immediato il nostro compito è quello di individuare con chiarezza e tempestività le azioni da intraprendere, di risolvere in modo strutturale e duraturo i problemi economico/finanziari dell’azienda» ha detto la Tarantola ai consiglieri.
E proprio dal mondo dell’economia e della finanza che arriva la Tarantola, ex vicedirettore di Bankitalia, che mostra un cauto ottimismo: a suo dire le esperienze “in banca” le porteranno un buon bagaglio di professionalità ed esperienza.
Tuttavia resta ancora da risolvere la questione delle superdeleghe. Il neo presidente ha indicato, infatti, la necessità di «una chiara distinzione di ruoli e di responsabilità, senza sovrapposizioni, aree grigie, interferenze». Proprio della suddivisione dei poteri si parlerà domani. Non sarà una decisione semplice. Monti ha affidato “di fatto” enormi deleghe al presidente. La Tarantola, secondo il volere del premier, dovrebbe assumere i connotati di ad. In altre parole dovrebbe essere una sorta di supermanager che può firmare contratti fino a 10 milioni e scegliere l’organigramma amministrativo e tecnico (risorse umane, direzione finanziaria, amministrazione).
Per il Pdl, che possiede, grazie alla legge Gasparri, la maggioranza del cda è troppo. «Il cda non servirebbe a nulla; sarebbe come consegnare la Rai nelle mani di Monti; e se l’avesse fatto Berlusconi?», hanno dichiarato recentemente da Via dell’Umiltà.
Dunque a cda completato, non è detto che la Rai possa iniziare i lavori. Manca la suddivisione dei poteri: chi deve decidere cosa e fino a che punto? Ci sarà un compromesso?
Qualcuno ha ipotizzato che il “lascia passare” del Pdl, prima alla Tarantola in Vigilanza, poi a Gubitosi in cda, abbia avuto un costo.
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