Categories: Giurisprudenza

CASSAZIONE: PERQUISIZIONI, LEGITTIMA REAZIONE GIORNALISTI

È «legittima» la reazione – a mezzo di articoli molto critici sull’operato di chi indossa la divisa o la toga – dei giornalisti e del direttore di una testata che subiscono la perquisizione del loro giornale da parte delle forze dell’ordine perchè un simile atto «viene percepito (a torto o a ragione, non ha importanza) come particolarmente odioso perche» volto, secondo l’angolo visuale del perquisito, a comprimere il diritto di informazione». Lo sottolinea la Cassazione assolvendo dall’accusa di diffamazione – nei confronti di un maresciallo dei carabinieri – il direttore del quotidiano telematico “Merateonline”, Claudio Brambilla, e il redattore dello stesso giornale Alberico Fumagalli.
Con una serie di articoli pubblicati sul sito di Merateonline – dal due all’otto agosto 2002 – si definiva intimidatoria la perquisizione ordinata dal pm ed eseguita da numerosi carabinieri per sequestrare le radio-scanner con le quali la redazione ascoltava le comunicazioni in chiaro che si scambiavano le forze dell’ordine (per questo Brambilla e altri redattori, in un altro processo, sono stati condannati dalla Suprema Corte nonostante la prassi sia comune tra gli addetti all’informazione). Un maresciallo che aveva partecipato alla perquisizione aveva sporto denuncia per lesione del suo onore. In primo grado Brambillla e Fumagalli vennero assolti ma poi la Corte di Appello di Milano, il 18 aprile 2007, li condannò.
«Affermare che il potere (un certo potere) viene esercitato solo perchè si riveste una divisa (o si indossa una toga) e non perchè si sia obiettivamente migliori dei comuni cittadini, – spiega Piazza Cavour nelle motivazioni assolutorie, sentenza 33353 depositata il 12 agosto – costituisce una critica aspra, radicale e corrosiva (che evidentemente attiene ai meccanismi di selezione, formazione e controllo dei pubblici ufficiali) ma è certamente una critica lecita in uno stato democratico, nel quale chi esercita pubblici poteri è naturalmente esposto al vaglio, al giudizio e quindi alle censure di coloro in nome dei quali il potere esercita». In altre partole, per gli ‘ermellinì è giusta la protesta contro la perquisizione ritenuta un «uso particolarmente violento dei poteri pubblici nei confronti del cittadino in genere, e di coloro che esercitano il diritto di informazione in particolare».

editoriatv

Recent Posts

Dall’Agcom solidarietà a La Stampa nel nome del pluralismo

L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…

1 giorno ago

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…

1 giorno ago

Per gli editori il paese di acquisto dei prodotti editoriali non è neutro ai fini Iva

Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…

2 giorni ago

Nomine nel gruppo Cairo: Alberto Braggio nuovo ad di La7

Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…

2 giorni ago

Quando il pm non può frugare nel pc del cronista: la Cassazione difende le fonti dei giornalisti

In attesa che finalmente l’Italia recepisca in pieno il Regolamento European media freedom act, la…

3 giorni ago