BREVE STORIA DEI PIANI D’AZIONE EUROPEI NEL SETTORE ICT

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Da più di un decennio gli organi comunitari, in collaborazione con gli Stati membri, si stanno impegnando per valorizzare le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Vediamo nel dettaglio i principali tentativi operati dall’UE.

La prima iniziativa, denominata E-Europe (1999), nasce per fare in modo che ciascun cittadino disponesse di un collegamento online. Per conseguire questo obiettivo la Commissione Europea si impegna per fare entrare Internet nelle scuole e nelle pubbliche amministrazioni, cercando di rendere più economico l’accesso alla rete. Nel piano di azione sono previste anche misure a favore della crescita del commercio elettronico e del miglioramento dei servizi sanitari online.

Nel 2002 nasce il secondo progetto E-Europe, venuto alla luce principalmente per rendere la rete meno costosa e più sicura. Per ridurre i costi, il piano d’azione mira ad introdurre una maggiore concorrenza nelle reti d’accesso a livello locale e a migliorare il coordinamento del quadro europeo nella politica delle frequenze. La sicurezza degli utenti, considerata essenziale per il corretto sviluppo del commercio elettronico, è perseguita con l’adozione di nuove tecnologie per la protezione dei dati privati. Nell’iniziativa viene riconosciuto l’aumento delle scuole con collegamento a Internet, ma sono previste anche nuove misure a favore dell’alfabetizzazione digitale (servizi didattici in linea destinati a insegnanti e alunni, inserimento dell’ICT nei programmi scolastici). Inoltre con E2002 viene creato il programma Econtent, destinato a promuovere la diversità linguistica nella società dell’informazione e a stimolare lo sviluppo di un contenuto digitale europeo sulle reti mondiali.

Il seguente piano d’azione, E-europe 2005, viene approntato per consolidare i risultati raggiunti dal suo predecessore mediante un miglioramento della qualità dei servizi a cui hanno accesso i cittadini europei. E2005 punta allo sviluppo degli investimenti sulla banda larga, sostenendo anche le regioni che, per motivi geografici, hanno difficoltà nel recepire i servizi di nuova generazione. L’Ecommerce è favorito dalla nascita di una rete di sicurezza a favore delle piccole e medie imprese del settore. Viene incoraggiato l’uso delle nuove tecnologie nell’insegnamento con la messa a disposizione di connessioni a banda larga per scuole e università. Gli scarsi progressi nel campo dei servizi sanitari digitali inducono l’UE a dettare una minuziosa disciplina relativa all’Ehealth (assistenza medica in linea, reti di informazione tra i centri sanitari).

5 anni dopo I2010 arriva a proporre la realizzazione di un mercato unico europeo, attenendosi anche alle disposizioni contenute nei precedenti piani d’azione. Per fare questo i vertici comunitari si propongono di aumentare la velocità dei servizi in banda larga, di attuare una strategia per la sicurezza dell’informazione e di migliorare l’interoperabilità tra le piattaforme. Per rafforzare gli investimenti nel settore, è rivolto agli Stati membri il preciso invito di stimolare il sostegno alla ricerca. Con questo atto la Commissione Europea propone lo scambio di relazioni annuali tra gli Stati membri per esigenze di cooperazione.

Veniamo ai giorni nostri. L’Agenda Digitale Europea, che fa parte del più ampio progetto Europa 2020, è stata elaborata per far crescere il mercato europeo. I fattori che ostacolano la nascita di un mercato unico sono principalmente la mancanza di investimenti nelle reti e lo scarso grado di alfabetizzazione digitale. Per risolvere questi problemi servono investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, che si concretizzano nella realizzazione di reti d’accesso di nuova generazione per la totalità della popolazione. L’attuazione di tali obiettivi passa dall’impegno con cui gli Stati membri lavoreranno per conseguirli. L’Agenda Digitale italiana si propone di sfruttare al meglio il potenziale del mercato ICT (banda larga, ecommerce, egovernment) per favorire il progresso economico. Una cabina di regia, suddivisa in sei settori, ha il compito di definire la strategia italiana per portare a compimento il dettato europeo. Il decreto Digitalia, che fornirà sicuramente preziose indicazioni sul futuro tecnologico del nostro paese, è previsto per Giugno.
Alberto De Bellis

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