Lo ha dichiarato ieri il Presidente dell’Associazione Italiana Editori in occasione del V Forum nazionale editoria periodica specializzata, tenutosi ieri a Milano ed avente come oggetto il rapporto con i nuovi media.
Stando ai risultati di una ricerca di “Strategic management partners”, gli editori dei periodici tecnici, professionali e specializzati, tentennano a metà strada tra carta stampata e nuovi media. Il 69% pensa a contenuti a pagamento su web, tablet e smartphone per sostenere lo sviluppo aziendale futuro, ma dichiarano per il 61% dei casi che la pubblicità resterà ancora per i prossimi 3-5anni la principale voce dei ricavi. Il 71% ha sviluppato siti internet ma che solo nel 55% dei casi vengono aggiornati settimanalmente. Mensilmente o a ritmi ancora più dilatati. Il 68% ritiene che l’aggiornamento quotidiano diverrà una prassi necessaria tra 3-5 anni.
Il Presidente dell’Anes ha ribadito durante il suo discorso l’urgenza di «sperimentare oggi nuove forma di pubblicazioni con contenuti su misura per ogni device. L’obiettivo finale è quello di capire concretamente come creare valore economico sulle nuove piattaforme». Ma per stimolare il mercato – ha poi specificato Cederle «occorre anche una vera liberalizzazione delle spedizioni postali oltre alla creazione di una piattaforma nuova per monitorare meglio il canale edicola. Su entrambi i fronti abbiamo avviato trattative.
Ad oggi però gli editori specializzati si accontentano per il 73% di mettere online riviste in Pdf o news letter per un 78%, mentre si pensa al web 2.0, ai forum e blog come asset necessario solo nel futuro e per di più i siti non risulterebbero ottimizzati del tutto (solo al 46%) per essere individuati dai motori di ricerca. Dati che andrebbero in controtendenza rispetto ai risultati di una ricerca Doxa per Intel e Fujitsu per cui in media gli italiani leggerebbero più periodici e quotidiani (36%), più libri (26%) spendendo il 58% del loro tempo a navigare sulla Rete.
(Italia Oggi)
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