“Forse è meglio che chi fa proposte del genere chiuda subito il proprio giornale e si dedichi ad altro”. Replica così l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori alla proposta del presidente della Federazione editori di istituire una mini-tassa su Internet. “Chi pensa che questa possa essere la strada per la soluzione dei propri problemi – si legge in una nota dell’Aduc – non comprende la funzione della Rete, che non non è solo una possibile alternativa ai giornali cartacei, ma uno strumento che, a partire dall’informazione, è interattività. Se il desiderio della Fieg divenisse realtà, ci saranno meno navigatori in Internet e i giornali non avranno risolto i loro problemi economici”. “In Italia abbiamo diversi problemi in materia, due i principali – prosegue la nota – Si pagano cifre astronomiche per i collegamenti a banda larga, che sono di qualità discutibile. Il Governo, inoltre, non investe per la diffusione della banda larga. Furono stanziati 800 milioni di euro per rimediarvi. Una cifra ridicola: una decente copertura richiede miliardi di euro così come stanno facendo in altri Paesi. Ma gli 800 milioni sono stati bloccati. Il Governo per ora ha stanziato 20 milioni di euro con gli incentivi entrati in vigore lo scorso 15 aprile: 50 euro per ogni contratto di un giovane tra 18 e 30 anni”.
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