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A Venezia stop alla rinotillexomania (o più semplicemente dita nel naso). Questione di privacy…

Secondo un recente sondaggio il 97% delle persone si mette le dita nel naso almeno 4 volte al giorno, la maggior parte in maniera inconsapevole. Ecco, ora a Venezia dovremo stare molto attenti a ciò che faremo. L’occhio vigile del comune potrebbe infatti  immortalare l’insano gesto ed essere perfino argomento di discussione fra gli operatori che “controllano”. Il progetto, chiamato Tetra, è iniziato nel dicembre 2009 con 2 milioni di euro del ministero dell’Interno e oltre 3 milioni comunali, prevede telecamere ovunque in città e una centrale operativa nella caserma dei vigili ai giardini di Papadopoli da far invidia a qualsiasi film di fantascienza. Videowall con immagini millimetriche su ogni angolo della città, postazioni multimediali per gli operatori e un flusso ininterrotto di immagini e registrazioni, accessibili anche a questura e carabinieri.  «L’obiettivo non è il controllo del cittadino ma garantire sicurezza urbana e prevenzione del crimine», ha detto il sindaco Giorgio Orsoni all’inaugurazione della nuova centrale. A beneficiare del sistema ci sono anche i Comuni di Spinea e Marcon, con cui il corpo dei vigili di Venezia ha stretto un accordo di collaborazione e reciprocità.

In attesa dell’olfattometro videosorvegliato e telecomandato a distanza da nasi elettronici che andranno ad indicare il livello “standard” delle flatulenze, ci teniamo innanzitutto la sicurezza. Ma a volte la stessa non si sposa con la privacy dei cittadini…

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