L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni propone un nuovo piano nazionale delle frequenze per sostituire i piani regionali fin qui fatti nelle aree in cui lo switch off è già avvenuto e per mettere ordine nell’etere, individuando univocamente le frequenze del dividendo digitale da mettere a gara con il prossimo beauty contest. Ma le tv locali non ci stanno perché il piano favorirebbe in maniera evidente le emittenti nazionali, riservando loro le frequenze a maggiore copertura del territorio. Risultato: circa quattro frequenze ora attribuite alle emittenti locali in ciascuna regione, passerebbero alle nazionali.
Se il piano dovesse essere approvato, le tv locali promettono una serie di ricorsi al Tar. Un altro problema da risolvere è la posizione sul telecomando. Alcune emittenti richiedono di avere un posto anche nelle prime 10 posizioni, nello schema riservate ai canali nazionali. Il ragionamento è che sull’analogico a queste emittenti (vedi Videolina e Sardegna 1 in Sardegna) era stato destinato spontaneamente dai telespettatori un posto dal 7 al 10. E il posizionamento influisce sull’audience.
(Dalla rassegna stampa ccestudio.it)
L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…
Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…
Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…
Allo scopo di garantire il rispetto del pluralismo, della libertà di espressione, della diversità culturale…
Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…
In attesa che finalmente l’Italia recepisca in pieno il Regolamento European media freedom act, la…