Il Salone del libro di Parigi è la principale manifestazione letteraria in Francia, frequentata ogni anno da circa 200 mila visitatori. Quest’anno la manifestazione è minacciata dal clima di polemiche che hanno fatto seguito alla decisione degli organizzatori di nominare gli scrittori israeliani ospiti d’onore. Numerosi sono stati gli appelli giunti dal mondo arabo di boicottare il Salone. Diversi scrittori hanno deciso di annullare il viaggio in Francia. L’unione degli scrittori palestinesi si è fatta sentire attraverso il suo presidente Al Moutawakel Taha: “Non è degno della Francia, il Paese della Rivoluzione e dei diritti dell’uomo, ospitare nel posto d’onore del suo Salone del libro un Paese d’occupazione razzista”. Ma si sono fatte sentire anche le voci di protesta contro il boicottaggio, tra queste il celebre romanziere israeliano Amos Oz, noto anche per il suo impegno a favore della pace: “Coloro che invitano al boicottaggio non si oppongono alla politica di Israele ma di fatto alla sua esistenza. Se essi dicono che Israele non deve essere presente al Salone del libro è perché pensano che lo Stato non debba esistere”. Il presidente israeliano Shimon Peres, che inaugurerà questa sera il Salone, ha già definito gli appelli al boicottaggio come “la cosa più stupida che ho mai ascoltato in vita mia”. A poco sono valse le precisazioni degli organizzatori che ricordano come sia la letteratura israeliana e non lo Stato d’Israele in quanto tale l’invitato d’onore dell’evento.
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