TI MEDIA: SLITTANO ANCORA I TEMPI PER LA PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE VINCOLANTI. LA NUOVA DATA È IL 3 DICEMBRE

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Alla base della decisione di spostare la data, la spinosa questione del debito, riconducibile a LA7, e la pressione di 3 Italia che vorrebbe rilevare l’intero ‘pacchetto’, ma non riuscirebbe a convincere la casa madre di Hong Kong. Slitta addirittura al 3 dicembre la presentazione delle offerte vincolati per la vendita degli asset di TI Media, cioè le due emittenti Tv – LA7 e MTV – e i tre multiplex.
Non dovrebbero essere ulteriori rinvii, visto che la società madre, Telecom Italia, ha detto chiaramente che intende chiudere l’operazione entro fine anno.
In aggiunta, Telecom intende valutare le offerte in occasione del Cda convocato per venerdì 7 dicembre, oggi intanto il board approva la trimestrale.
Alla base della decisione di spostare la data dall’iniziale 19 novembre al 30 e adesso al 3 dicembre ci sarebbe anche la pressione di 3 Italia che starebbe studiando con la controllante di Hong Kong, H3G, la possibilità di presentare un’offerta per tutti gli asset. Al momento l’operatore tlc ha messo sul piatto 300 milioni.
A questo c’è da aggiungere anche la questione più spinosa che riguarda il grosso debito, 224 milioni di euro, di TI Media, in gran parte riconducibile agli investimenti eccessivi fatti per il palinsesto di LA7 (circa 200 milioni). In occasione dell’ultima semestrale, lo stesso gruppo spiegava che “Il peggioramento del risultato risente del significativo incremento dei costi di palinsesto di Ti Media – La7 per una programmazione arricchita dal lancio di nuovi programmi e nuovi volti di rete”.
In pole position per l’acquisto di tutto il pacchetto messo in vendita da TI Media, c’è Clessidra che offre circa 350-380 milioni di euro. La sua proposta si baserebbe su un piano industriale sul quale il gruppo sta lavorando con l’aiuto del consulente Marco Bassetti, ex-presidente di Endemol Italia, la casa produttrice di format di successo come ‘Il Grande Fratello’.
Tale valutazione, però, si colloca al di sotto della capitalizzazione di mercato (260 milioni) incluso il debito. Banca Akros evidenzia, infatti, che tale offerta comporterebbe un ribasso del 30%.
Secondo le indiscrezioni, Clessidra avrebbe scritto agli advisor di Telecom Italia, Mediobanca e Citigroup, presentando il suo progetto che punta, almeno in una fase iniziale, a mantenere unita TI Media: cioè senza separare le reti televisive dai multiplex, cioè la parte infrastrutturale del gruppo.
Infatti, secondo quanto indicato nel piano di Clessidra, la separazione delle due aree non sarebbe in una prima fase possibile, visto che le televisioni sono ancora in perdita.
Senza il ‘tesoretto’ dei multiplex, l’equilibrio tra costi e ricavi rischierebbe dunque di compromettersi ulteriormente. L’obiettivo di Clessidra sarebbe, dunque, quello di riportare in utile i bilanci della tv nel medio periodo.
La proposta di Clessidra sarà finanziata per metà con equity e per l’altro 50% facendo ricorso al finanziamento bancario. Ed è proprio dopo una serie di confronti con gli istituti di credito che sarebbero emerse le prime difficoltà dell’intera operazione: l’esposizione di partenza di TI Media è elevata e con ogni probabilità chi comprerà gli asset dovrà per prima cosa rinegoziarne i termini. Così se al debito di partenza (200 milioni) se ne dovessero aggiungere altri 150 o 175, l’indebitamento risulterebbe eccessivo rispetto alle performance reddituali del gruppo editoriale, da sempre in perdita a partire dai margini operativi.
Discovery sarebbe interessata ai soli canali televisivi (100 milioni).
Anche Urbano Cairo ha presentato un’offerta ma non in cordata con H3G, come si era ipotizzato inizialmente. Sicuramente la concessionaria intende quantomeno proteggere il suo contratto di agenzia molto vantaggioso, sul quale i pretendenti hanno già espresso forti perplessità (Leggi Articolo Key4biz). Cairo nel 2008 ha, infatti, firmato un contratto con un minimo garantito di 120 milioni di raccolta pubblicitaria a fronte di uno share che era ancora sotto il 3%: condizioni rinegoziate poi nel 2010, con l’arrivo di Enrico Mentana al telegiornale de La7, in base a un aumento della raccolta pubblicitaria proporzionale agli incrementi dello share. Ma Cairo, per ora, ha sempre mantenuto le previsioni di raccolta, che se non rispettate causerebbero la rescissione del contratto.

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