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THE GUARDIAN COSTRETTO A CHIUDERE IL PROPRIO “LOCAL-PROJECT”

Sebbene la fruizione di notizie sempre più contestualizzate nell’ambiente di provenienza sia un profilo del giornalismo molto diffuso, il caso del quotidiano inglese pone i riflettori sull’attuale difficoltà ad auto sostenersi delle iniziative “hyperlocal”.
Il progetto era stato lanciato nel 2010 e forniva un supporto informativo regionale alle città di Edimburgo, Leeds e Cardiff mediante l’aggiornamento continuo di tre blog facenti capo ai rispettivi “beat-bloggers”, impegnati a fondere le tecniche del giornalismo online più “tradizionale” con il sistema dei social media. Le piattaforme concentravano la propria attività sull’approfondimento dei temi locali di rilevanza sociale e politica più sentiti dai cittadini, coinvolgendo in primo luogo le generazioni più giovani e maggiormente vicine ad un tipo di comunicazione interattiva e di relazione. Eppure nonostante il successo dell’iniziativa, il progetto, nato inizialmente come un esperimento, a quanto pare, rimarrà tale ed entro il prossimo mese dovrà chiudere i battenti. “Il progetto non è sostenibile nelle sua forma attuale”, scrive il responsabile della sezione digitale del giornale Meg Pickard. Il motivo è da imputarsi allo scarso finanziamento prodotto dalle inserzioni pubblicitarie. Il sito di ricerca Paid ontent News parla di introiti pari a 10 sterline a settimana per un totale di 500 sterline all’anno. Cifre che attestano lo scarso impatto della raccolta pubblicitaria in un settore, quello dell’informazione dedicata ai piccoli agglomerati urbani, che deve fare i conti con un tipo di sistema di produzione delle news saldamente ancorato alle dinamiche industriali dell’entertainment. Eppure il fallimento dell’iniziativa ha colpito molto la comunità dei lettori (non solo dei centri urbani interessati) che attraverso Twitter ed il sito del The Guardian hanno espresso il proprio rammarico.

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