TELEVISIONE: ALLA RICERCA DEL NUOVO SPETTATORE

0
465

Mentre in Italia l’attenzione del dibattito pubblico sulle televisioni è concentrata su temi già tipici del panorama analogico, a livello internazionale la competizione nel mondo (post)televisivo si muove su tecnologie innovative, risorse economiche inedite e ingresso di nuovi operatori extra-televisivi.
In Italia le cronache televisive delle ultime settimane riportano infatti della spartizione delle risorse pubblicitarie tra Rai e Mediaset (con la prima che non riesce a monetizzare ascolti migliori della rivale, e la seconda che continua a migliorare le sue performance grazie alle strategie della sua concessionaria Publitalia), battaglie concentrate su prezzi sempre più convenienti delle pay Sky e Mediaset, nuovi equilibri su antenne e torri (grazie al rafforzamento della controllata Mediaset Elettronica Industriale), senza dimenticare le onnipresenti polemiche sul dividendo digitale (nuova versione della decennale lotta per le frequenze), in particolare sul beauty contest per i sei multiplex del digitale terrestre che il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Paolo Romani tarda a far partire, e sull’asta per gli operatori di banda larga mobile contestata dalle tv locali, in quanto espropria molte di loro della capacità trasmissiva garantita per legge nella prima fase di transizione al sistema digitale.
Temi e conflitti del tutto nuovi emergono invece a livello internazionale da recenti report e analisi elaborate da società specializzate.
Il primo tassello che compone questo nuovo scenario è fornito dai dati dell’Istituto e-Media: i consulenti della società con basi a Milano, Madrid e Londra, nel nuovo report “Western European TV and Broadband Market Maps” evidenziano come, a fronte di un recente cambiamento nella distribuzione degli utenti Pay-Tv tra le diverse piattaforme (con gli utenti del digitale in forte aumento grazie ai processi di switch over), e di una possibile saturazione di alcuni mercati, gli operatori Pay-Tv stanno cercando di offrire modelli di abbonamento più flessibili, nel tentativo di aumentare l’Arpu (il profitto medio per utente) e di ridurre, o quanto meno stabilizzare, il tasso di churn, ossia il passaggio dei clienti alla concorrenza.
Nonostante alcuni mercati, come Italia e Spagna, presentino ancora ampi margini di crescita, per i prossimi tre anni l’istituto prevede un progressivo rallentamento dell’espansione della Pay-Tv, con un trend medio degli abbonamenti in calo del 4-5 per cento tra il 2011 e il 2014, anche in ragione della crescita fisiologica delle tecnologie digitali via cavo e dell’Iptv che penalizzerà soprattutto il satellite. Parallelamente, il Report The Future of Connected Tv (store.business-insights.com) di Business Insights sottolinea l’espansione della cosiddetta tv connessa, che nel periodo 2009-2014 crescerà ad una media annua del 58,3 per cento, con tassi ancora superiori nei Paesi della regione Asia-Pacifico, veri driver del cambiamento, che entro il 2014 rappresenteranno metà del mercato (che godrà altresì di un sviluppo molto veloce seppure di entità limitata anche nell’area Medio Oriente e Africa). In questo mercato, sottolineano gli autori di questo rapporto, la competizione sta diventando sempre più agguerrita specie dopo l’ingresso dei cosiddetti Over-The-Top: Google Tv, Yahoo Connected Tv, Apple Tv e anche Microsoft sono alla ricerca di soluzioni sempre più accattivanti per accaparrarsi i telespettatori della nuova tv connessa al web.
Il Rapporto studia, infatti, il ruolo di broadcaster, web company, produttori di decoder e operatori di nicchia che stanno pesantemente investendo per sottrarre il mercato agli incumbent e le diverse strategie messe in atto per ottenere un posto al sole: secondo gli analisti bisogna, intanto, capire perché Internet è diventato oggi il più importante medium di entertainment dall’avvento della televisione, in seguito identificare gli operatori chiave e la loro posizione per trarre vantaggi commerciali dalla connected Tv, e poi fissare le giuste strategie di monetizzazione del nuovo medium, senza tralasciare di considerare come i social network, Tv 3D e altre innovazioni stanno accelerando l’adozione della web Tv. Non a caso, una recente indagine Ovum a cui sono stati sottoposti oltre 150 senior executive di altrettante media company del settore pubblico e privato in Europa, Nord America e nell’area Asia-Pacifico sottolinea come gli investimenti in Information Technology (IT) da parte dei broadcaster di gran parte del mondo siano in costante e massiccio aumento. L’aumento degli investimenti in IT nei prossimi due anni, così come evidenziato dall’indagine, vede tra le priorità tecnologiche delle media company il lancio di nuovi canali ad alta definizione-HD, strumenti avanzati di misurazione dell’audience, nuove strategie pubblicitarie e un più massiccio utilizzo dei social media.
Altre mosse, considerate da Ovum come obbligate e di sicuro impatto sul business aziendale, saranno le trasmissioni streaming di contenuti video per smartphone e media tablet e l’interazione col pubblico dei social media. Streaming, social network, tablet tv: queste, in conclusione, alcune delle parole chiave nel mercato internazionale della tv di nuova generazione, le cui dinamiche ed evoluzioni prefigurano future battaglie dagli inediti scenari e combattute da attori emergenti che fanno sembrare la nostrana guerra delle televisioni una disfida quasi dal sapore medievale.
Da Il Denaro di giovedì 7 aprile 2011

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome