Nell’ambito della manifestazione “TechnologyBIZ 2011” conclusasi oggi a Napoli, si è parlato anche dell’interazione tra i social network e le aziende.
Gianluca Arnesano, direttore editoriale di Food4Brain, aprendo l’incontro ha evidenziato la difficile situazione in cui si trova l’Italia a livello di cultura digitale, ponendola in raffronto agli altri paesi industrializzati. «Mentre all’estero le grandi aziende puntano sui social networks», sottolinea Arnesano, «in Italia è più facile attuare progetti di questo genere nelle piccole imprese». Gli fa eco la partnerships manager di Viadeo, Sabrina Mossenta, che ha messo in luce l’importanza crescente del suo network in ambito lavorativo: «La Bocconi promuove con Viadeo i suoi Master high level in Cina e India. In tal modo il network si trasforma in uno strumento che incoraggia gli studenti a separarsi da una dimensione nazionale e, per questo, limitativa».
Per Marco Finizio, managing director di Software Evolution, i social sono un’arma a doppio taglio: se da un lato, risultano utili strumenti di monitoraggio sul gradimento del servizio, dall’altro possono essere fonte di grattacapi economici. Ne sa qualcosa l’azienda UK, che ha avuto una perdita del 51% a causa di commenti negativi pubblicati da competitors in un sito sul turismo.
Domenico Palma, CEO di Asernet, si è limitato a dire che bisogna trovare un giusto modo per collegare l’aspetto organizzativo delle aziende e le dinamiche dei social networks, soprattutto con l’ausilio dei customers relationship management.
Le ultime battute del convegno sono state dedicate al rapporto tripartito tra aziende, piattaforme sociali e consumatori. Arnesano ha ricordato che per le aziende la creazione di gruppi ed eventi su social networks rappresenta un forte canale di diffusione, che siano essi dedicati al marketing o al projecting manager. Le imprese devono solo tenere a mente che si esporranno a forti critiche da parte dei consumatori e, soprattutto, dovranno assicurare la trasparenza del loro operato. Per Arnesano, però, non si deve dare eccessivo spazio agli utenti, onde evitare che i social si trasformino in call center a disposizione degli stessi.
La chiusura del direttore di Zeroventiquattro.it Michele Dell’Edera, ha riassunto lo spirito dell’iniziativa: «un’azienda non deve chiedersi se investire nei social networks, deve solo chiedersi come fare».
Giuseppe Liucci
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