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TAGLI, SOLIDARIETÀ BIPARTISAN A GIORNALI A RISCHIO

Potrebbe nascere un fronte trasversale contro i tagli del governo ai contributi per l’editoria: nella conferenza stampa della Fnsi e del coordinamento Cdr dei giornali di partito e di idee, accanto agli interventi molto critici con l’esecutivo di Ricky Levi (Pd) e Beppe Giulietti (Idv) si materializza il malumore di un pezzo della maggioranza.
Marcello De Angelis, deputato del Pdl e direttore della rivista Area, vicina a Gianni Alemanno, racconta di un dialogo “surriscaldato” fra il deputato Enzo Raisi, amministratore del Secolo d’Italia, e il sottosegretario Paolo Bonaiuti, sul tema del nuovo regolamento per l’editoria.

“Non è una battaglia ideologica – dice l’esponente del Pdl – i contributi all’editoria garantiscono la molteplicità delle voci e la possibilità di fare approfondimenti culturali che non pagano in termini commerciali”. Martedì e mercoledì, prima in commissione Affari costituzionali al Senato, poi in commissione Cultura alla Camera, il sottosegretario Paolo Bonaiuti dovrà fare i conti anche con queste sensibilità nella maggioranza, ma soprattutto con la decisa contrarietà di parte dell’opposizione. “Con le decisioni del governo l’intero sistema dell’editoria – accusa Levi – viene soggetto alla discrezionalità dell’esecutivo”. A suo giudizio, il governo con l’abolizione del diritto soggettivo, cioè della certezza dell’erogazione del contributo, che consente agli editori di giornali di farsi finanziare dalle banche, e con i tagli previsti in Finanziaria “viene violato lo spirito della Costituzione”, che garantisce “il pluralismo dell’informazione”.

“Se Tremonti elimina il diritto soggettivo e taglia le risorse la riforma dell’editoria è già fatta. A quel punto non ci sarà più nessuna nostra disponibilità al confronto”, ammonisce Giulietti, che poi cita un intervento parlamentare di Bonaiuti che risale a luglio 2006 e che incita a “resistere” ai tagli sull’editoria, a quell’epoca prospettati dal governo di centrosinistra. Franco Siddi, segretario della Fnsi, richiama l’attenzione sui 375 posti di lavoro a rischio, “se contiamo solo i giornalisti”, precisa. Poi fa appello a una “riforma bipartisan” del settore dell’editoria nel suo complesso, un settore strategico, nel quale lavorano “15.600 giornalisti a contratto, altri 18mila precari, senza contare i circa centomila che lavorato in un comparto strategico e che nel complesso ha un giro d’affari pari o superiore a quello dell’Alitalia”.

I rappresentati dei comitati di redazione dei quotidiani più minacciati sottolineano però il fatto che “non si tratta solo di una battaglia a difesa dei posti di lavoro, ma per la circolazione delle diverse idee di cui siamo portatori”, dice Roberto Monteforte dell’Unità, che annuncia che i Cdr chiederanno un incontro direttamente a Bonaiuti. Mentre per Raffaella Cascioli di Europa i tagli all’editoria rappresentano “un attacco alle libertà personali dei cittadini”. Andrea Fabozzi del manifesto si spinge a considerare “più pulito se i contributi venissero aboliti del tutto, piuttosto che dover dipendere da un governo che pò decidere quanti e quali giornali debbano sopravvivere”. Anubi D’Avossa, infine, del Cdr di Liberazione, ricorda che “c’è una battaglia larga per difendere la pluralità dell’informazione, ma anche la nostra battaglia perché il nostro azionista unico, il Prc, si assuma le sue responsabilità nei nostri confronti”.

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