Categories: Diritto d'Autore

“STRUMENTI SUL DIRITTO D’AUTORE SU INTERNET”: UN SEMINARIO PER DISCUTERE SULL’ESTENSIONE DEI POTERI DI INTERVENTO DELL’AGCOM

Un incontro quello organizzato ieri a Roma dall’ISIMM (Istituto per lo Studio sull’Innovazione dei Media) che ha ospitato un tavolo di discussione sugli esiti della consultazione pubblica conclusasi nelle scorse settimane, in seguito alla delibera 668/10/CONS dell’Agcom, attraverso cui l’Autorità intende rivendicare un ruolo più incisivo nella tutela del Diritto d’Autore dei contenuti diffusi sulle reti di comunicazione elettronica.
Numerosi sono stati gli interlocutori coinvolti specie nella seconda parte del seminario che ha visto l’intervento dei rappresentanti di alcuni dei vari player in gioco come la Siae, Confindustria, l’AIIP, Mediaset nonché i principali operatori di telecomunicazioni come Vodafone, Fastweb e Telecom. Sin dalle prime battute pronunciate dal giurista Vincenzo Zeno Zencovich, chiamato a moderare il convegno, viene illustrata l’urgenza di identificare nell’Authority un referente neutro nella gestione del fenomeno della pirateria online (sempre più dilagante in Italia), anche alla luce della normativa comunitaria sul commercio elettronico recepita nell’ordinamento italiano dal decreto legislativo n.70 del 2003 che conferirebbe all’Agcom non solo un potere di vigilanza ma anche di interdizione nei casi di violazione del Copyright attraverso i mezzi di comunicazione elettronica. Un problema, quello della pirateria online dicevamo, che coinvolge interessi diversi facenti capo a tre interlocutori distinti: i titolari di diritti, gli operatori telocoms ed i soggetti aggregatori (i motori di ricerca e gli internet service provider). “Un valore essenziale per tutti i cittadini è quello di poter contare sulla certezza delle regole ed il lavoro dell’Autorità diretto a trovare una soluzione condivisa, fornendo un orizzonte temporale circoscritto, deve poter andare in contro anche al settore delle imprese”, ha ribadito il prof. Zencovich. I dettagli sugli esiti della consultazione descrivono un quadro complesso che contrappone due diritti fondamentali (così come designati dal Decreto Romani) e cioè il diritto di reperire i contenuti su internet come espressione del libero accesso alla conoscenza ed il diritto dei produttori dei contenuti di vedere tutelate le proprie posizioni.
I temi che dividono di più sembrerebbero quelli relativi alla reale efficacia delle modalità di rimozione selettiva dei contenuti dai siti online che commettano violazione del copyright (mediante l’allestimento di black list da fornire agli Isp, l’intervento diretto sui router o i sistemi automatici di filtraggio) oltre che al ruolo delle licenze collettive estese sempre più spesso prese in considerazione anche a livello europeo per agevolare l’accesso legittimo alla cultura e alle opere protette dal copyright nel tentativo di togliere ossigeno alla pirateria online. “Il diritto d’Autore si preoccupa di agevolare la circolazione delle opere su tutti i mercati, rimuovendo qualsiasi formalità costitutiva, formalità cioè che devo adempiere perché nasca o perché sia esercitabile o difendibile in giudizio, un mio diritto. Le licenze collettive estese sono una formalità ancora più crudele in quanto non posta ex-ante ma addirittura ex-post al fine di far espandere un diritto di mero credito a pieno diritto esclusivo solo esercitando l’opzione dell’opting out” (la facoltà cioè degli autori di esprimere la propria volontà di escludere le proprie opere dagli accordi collettivi), è quello che ha sostenuto Paolo Marzano, Presidente del Comitato Consultivo per il Diritto d’Autore. Riguardo al ruolo degli Isp è stato invece il Prof Eugenio Prosperetti dell’Università La Sapienza di Roma ad aver espresso alcune perplessità sull’efficacia dei processi di inibizione degli indirizzi IP sospettati di violazione del copyright specie se da un server localizzato all’estero, per il rischio di veder bloccati altri siti magari solo per avere un nome simile a quelli già oscurati.

Manuela Avino

editoriatv

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