Finita l’era delle immagini centralizzate che neutralizzavano i fatti dentro e soprattutto fuori dal campo: lo ha deciso l’Agcom che ha disposto che le cronache sportive, da oggi, tornino quelle che son sempre state: il racconto fedele della realtà. E non potendo salvarci dalla moda della narrazione e dello storytelling, almeno è finita l’epoca in cui le proteste dagli spalti venivano censurate. La delibera dell’autorità garante delle comunicazioni ora parla chiaro: “In base alla delibera devono essere rese disponibili anche le immagini relative alle proteste dei tesserati, incidenti sugli spalti, contenuti discriminatori o contrari all’ordine pubblico, episodi controversi di gioco e invasioni di campo. Gli operatori potranno richiedere tali immagini entro un’ora dalla fine dell’evento. Le modalità si applicheranno a partire dalla stagione sportiva 2025/2026 per le leghe professionistiche di Serie A e Serie B”. Insomma “si tratta di un provvedimento di grande rilievo, in cui l’Autorità cerca di rendere effettivo il diritto di cronaca, bilanciandolo con gli interessi dei titolari dei diritti”, ha dichiarato il Presidente di Agcom, Giacomo Lasorella senza lesinare aggettivi come sperimentale. Usigrai applaude: “Un importante passo in avanti verso la tutela del diritto di cronaca negli eventi sportivi. La delibera Agcom ristabilisce un principio costituzionale sul diritto all’informazione per i cittadini che in questi anni aveva subito un forte ridimensionamento”.
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