Sparatoria palazzo Chigi, Osservatorio Minori e Coordinamento Lazio invocano sanzioni per chi ha intervistato il figlio di Preiti

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“Ordine dei giornalisti e Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sono tenute a sanzionare adeguatamente e senza attenuanti i giornalisti e le emittenti che hanno intervistato il figlio undicenne di Luigi Preiti”. Lo sostiene, in una nota, Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori e componente della Commissione ministeriale che ha varato il codice “Tv e minori” vigente. “La polemica scattata a furor di popolo non può rimanere fine a se stessa, ne va della credibilità delle istituzioni costituite”, rimarca Marziale.
“Coloro i quali hanno accostato il microfono alla bocca del piccolino rendono chiaro quanto scarsamente siano tenute in considerazione le regole deontologiche e le leggi in vigore in materia di tutela dei minori, nemmeno supplite dal buonsenso”, prosegue Marziale. “Si tratta di gente priva di scrupoli e ignorante in quanto a conoscenza delle leggi poste a regolamentare il corretto esercizio del giornalismo, pertanto impreparata a svolgere la professione”, sottolinea il presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori.
“Non se ne può più di bambini esposti in tutte le salse a vantaggio dell’audience e privati del loro sacrosanto diritto a vivere l’infanzia senza turbamenti di sorta”, denuncia ancora Marziale. Una situazione che, secondo il presidente dell’Osservatorio, è aggravata dall'”inconsistenza degli organismi preposti a far rispettare le regole”. “Il figlio di Preiti deve fare i conti con l’elaborazione di un dramma personale che lo lascerà segnato per la vita – conclude – Chi lo ha intervistato ha contribuito ad aggravare ineludibilmente il suo percorso emotivo e ciò è semplicemente vergognoso”.
Sull’argomento è intervenuto anche il Coordinamento di Autonomia e Solidarietà del Lazio. “Hanno sparato a un carabiniere ferendolo gravemente davanti a Palazzo Chigi. E’ questa la notizia. Non aggiunge nulla intervistare il figlio minorenne dell’uomo che ha aperto il fuoco così come hanno fatto alcune emittenti televisive alla ricerca di un facile scoop e disattendendo al Carta di Treviso” ha rimarcato il coordinamento.

“Si tratta di un bambino, vittima a sua volta, al quale un’informazione civile deve rispetto e tutela. Come nel caso di Sarah Scazzi e di tanti giovani vittime sono state platealmente disattese le regole della Carta, pietra miliare della nostra deontologia professionale. In un momento di crisi profonda dell’editoria, del ruolo e della credibilità dell’informazione, rincorrere l’emotività in nome dell’audience non rende un buon servizio ai cittadini e alla ricerca della verità”.
Il Coordinamento di Autonomia e Solidarietà del Lazio, “nel condannare con fermezza questi episodi, si augura che, oltre al biasimo di questi esempi di sciacallaggio mediatico, si apra al più presto un’istruttoria dell’Ordine dei giornalisti per accertare la responsabilità di chi ha materialmente fatto l’intervista e di chi ha deciso di mandarla in onda”, conclude il Coordinamento di Autonomia del Lazio.

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