Profondamente amareggiato, dopo essere stato accusato, solo poche ore fa, di frode fiscale Gino Paoli in qualità di Presidente SIAE, Società Italiana Autori ed Editori, starebbe per abbandonare l’incarico che ricopre da meno di due anni.
Il motivo che spinge Paoli a considerare le dimissioni come unica possibilità che lo toglierebbe dall’imbarazzo di ricoprire una carica così importante, è l’accusa di evasione fiscale che gli è stata inoltrata ieri, a seguito di alcune indagini condotte dal procuratore aggiunto Nicola Piacente coadiuvato dalla Guardia Finanza secondo i quali il Presidente Siae sarebbe reo di aver portato in Svizzera 2 milioni di euro, non dichiarati.
Sorpreso anche dell’attacco mediatico che lo vede tristemente protagonista, Paoli da sempre noto per il suo carattere schivo, avrebbe pensato subito alle dimissioni ma, in un primo momento, sembrava che il suo legale, l’avvocato Andrea Vernazza, fosse riuscito a convincerlo alla momentanea auto sospensione fino al 2 marzo prossimo, giorno in cui è fissato l’interrogatorio con il procuratore Piacente.
L’avvocato che rappresenta Paoli in questa dolorosa vicenda, ha già fatto sapere che contesterà tutte le accuse infondate mosse al suo assistito che, prima della diffusione della notizia, aveva già contattato il commercialista Andrea Vallebuona per il rientro dei soldi in Italia dimostrando, così, la volontà di legalizzare l’intera vicenda.Vedremo nelle prossime ore se le dimissioni saranno ufficialmente confermate o se Paoli deciderà di seguire il consiglio dell’Avvocato Vernazza, in attesa di un chiarimento definitivo.
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