“Senza edicole e senza giornali: nelle aree interne lo scenario è allarmante”

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Non possono esistere cittadini di serie A e di serie B. Eppure, in troppe aree del nostro Paese, ci sono intere comunità che rischiano di essere tenute fuori dalle opportunità e dalle tutele costituzionali a cui, a quanto pare, potrebbe essere – in un futuro nemmeno troppo remoto – sostanzialmente negato il sacrosanto diritto all’informazione.

Si tratta dei cittadini che vivono e popolano i borghi delle aree interne, delle zone montane che, assottigliatisi la rete di edicole e impoveritasi la distribuzione che in alcuni territori non risulta evidentemente sostenibile dal punto di vista economico, non sembrano avere “diritto” ai loro giornali. Un dramma vero che, ovviamente, si riverbera sulle stesse testate.

La questione è centrale e rinnova l’urgenza di un piano che riporti al centro le aree oggi periferiche, ai margini tanto dei gangli vitali del Paese quanto dello stesso dibattito pubblico.

La denuncia, soltanto l’ultima in ordine di tempo, è arrivata dall’Ordine dei giornalisti regionale della Basilicata. Mimmo Sammartino, presidente Odg lucano, ha dichiarato: “Il dovere d’informare e il diritto a essere informati, la libertà di stampa, la dignità del lavoro giornalistico, l’accesso all’informazione da parte dei cittadini. Di tutti i cittadini, anche di quelli che vivono nelle periferie urbane o nei piccoli borghi disseminati sull’Appennino. C’è spazio per questi temi nell’agenda del nostro Paese e in quella della regione Basilicata? C’è da auspicare di sì”. Sammartino ha aggiunto: “C’è da auspicare  che si ponga fine a una lunga stagione di disattenzioni e si diffonda, fra i decisori, la consapevolezza della irrinviabilità nell’affrontare tali problemi. Una emergenza che non va concepita soltanto nell’interesse di chi lavora nel settore dell’informazione, ma di tutti i cittadini di questo Paese, per i quali è necessario affermare pari diritti di cittadinanza”.

I drammi dell’editoria sono tanti che, per l’Odg lucano è necessario prenderne subito coscienza:  “I ripetuti attacchi alla libertà di stampa, la minaccia delle querele bavaglio e del carcere per i giornalisti, la disarticolazione delle redazioni a causa delle continue espulsioni degli operatori, delle scarse assunzioni di nuovo personale, del lavoro sempre più precario, con gravi riverberi sulla stessa sostenibilità previdenziale, la mancata riforma di una legge sull’editoria (sul piano nazionale come su quello regionale), persino la drastica riduzione del numero delle edicole e il moltiplicarsi di paesi nei quali addirittura non arrivano quotidianamente i giornali, delineano uno scenario allarmante”. E dunque: “Costituiscono, al di là della retorica degli annunci, un vulnus grave ai diritti di ciascuno e della comunità, oltre che un pesante colpo inferto all’agibilitàdel sistema informativo in Italia e in Basilicata come dimostra, tra l’altro, la diffusa crisi dei giornali lucani”.

Proprio questo problema della rete di distribuzione è un’emergenza importante. Solo nel fine settimana scorso, Editoria.tv ha intervistato Matteo Ferrario che è tra i responsabili di un’importante iniziativa che, a Varese, si pone l’obiettivo di rafforzare – con l’edicola mobile – la possibilità per i cittadini di accedere all’informazione. Ci ha parlato della necessità di “inventarsi” un retail dell’informazione che, diciamo noi, accanto a una presa di coscienza da parte delle istituzioni sulle edicole, ripristinino l’importante nervatura di edicole che, su tutto il territorio nazionale, deve continuare a unire i cittadini assicurando loro il diritto imprescindibile all’informazione e al pluralismo.

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