In un comunicato stampa l’Agcom ha mostrato apprezzamento per il piano sulla banda larga del Governo Renzi. Obiettivo principale della strategia è la fornitura di Internet a 30 mbps per tutta la popolazione entro il 2020 e l’85% di copertura a 100 mbps. L’Autorità condivide la necessità di perseguire politiche pubbliche per recuperare il ritardo infrastrutturale italiano. Viene giudicata positivamente la scelta di rimandare lo switch-off dal rame alla fibra per sfruttare potenziali di mercato differenti sul territorio. Il Piano riconosce un ruolo centrale all’Agcom, chiamata a tutelare i consumatori e le dinamiche concorrenziali del mercato. L’Agcom definirà le condizioni tecniche ed economiche d’accesso, gestendo la regolazione di settore. Svolgerà anche importanti controlli sulla effettiva velocità delle connessioni a 100 mbps. Infine contribuirà alla creazione del Catasto nazionale delle infrastrutture del sotto e sopra suolo.
Il Piano divide il territorio italiano in quattro cluster. Le risorse pubbliche impegnate dal Governo sono pari a circa 6 miliardi. Gli incentivi arrivano dai fondi strutturali europei e dal tesoretto messo a disposizione dal presidente della Commissione Europea Juncker. Lo Stato si attende, poi, un investimento analogo da parte dei privati. Anche per questo motivo viene mantenuta l’alternanza tra rame e fibra, nonostante quest’ultima sia considerata la tecnologia più lungimirante. Saranno comunque assegnati dei voucher del valore di 1,7 miliardi di euro per agevolare il passaggio alla fibra ottica. L’Italia nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (Nga) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps.
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