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SANTORO TORNA IN RAI? SI DECIDERÀ IL 7 LUGLIO

Dopo lo scontro recente con la dirigenza (e l’ex-dirigenza) Rai Santoro sembrava aver trovato un accordo con La7 gestita da Telecom Italia Media. Il terzo polo aveva annunciato tramite il tg serale di Mentana un accordo quasi definitivo, da rivedere solo nei dettagli. Santoro aveva accettato di percepire uno stipendio base da ritoccare, successivamente con premi ascolto. Solo con ascolti altissimi sarebbe arrivato a guadagnare lo stesso stipendio di Viale Mazzini.
Ad un certo punto una svolta, spuntano i fantasmi della tutela legale, già galeotta per la Gabanelli, e considerata da La7 troppo costosa, vista l’irruenza del conduttore. Ma Santoro vuole firmare il contratto e si assume la responsabilità economica, addirittura si offre di autoprodurre la trasmissione, gli basterebbero anche 11 puntate.
Ma spunta un altro intoppo: è la volta della tutela penale, che è quasi in completo disuso e qualora ci fosse non sarebbe imputata all’editore, ma al responsabile in prima persona (in questo caso Santoro). E ancora, l’eterna questione delle schede programma, delle scalette, insomma l’intero programma deve essere vagliato prima dall’editore. Santoro, in un’intervista al «Fatto», confessa di aver dubitato della reale voglia del dg Stella di ospitare Annozero su La7.
E, difatti, alla fine, arriva una chiusura totale motivata da «inconciliabili posizioni» tra editore e autore. Una lite tanto improvvisa e mal motivata da far pensare a qualche ragione occulta, oppure chiaramente visibile, che è il conflitto d’interessi che ingloberebbe Telecom, Rai e Mediaset.
Santoro non è solo, Mentana e Gad Lerner sollecitano chiarezza che, però, non arriva. Solo ipotesi. In effetti, le generiche «inconciliabili posizioni» potrebbero nutrire sospetti riguardo ad una cosiddetta censura di mercato, ovvero si terrebbe il pregiato conduttore in «bagnomaria» affinché non rafforzi un polo concorrente.

L’annuncio della rottura ha avuto subito ripercussioni su Piazza Affari, facendo crollare il titolo di Telecom.
A questo punto rispunta l’ipotesi Rai, con cui Santoro ha un contratto fino al 31 luglio. Tre consiglieri del Cda della Rai, De Laurentiis dell’Udc, Rizzo Nervo e Van Straten del Pd sollecitano il consiglio per riprendersi Santoro, nonostante la già consegnata buonuscita. Il consiglio del 7 luglio dovrebbe chiarire la fattibilità dell’accordo, tecnicamente ancora possibile, anche con un contratto di collaborazione. Un ritorno che Santoro non disdegnerebbe ma sarà ancora valida la proposta di un euro a puntata? Sarà costretto a ridurre le sue pretese pur di andare in onda? Certo è che Mediaset non lo vuole, Pier Silvio Berlusconi afferma che Santoro è un politico, a suo modo un fenomeno, ma lui vorrebbe Floris per colmare la lacuna dell’informazione a Cologno.
Il conduttore, però non si perde d’animo e assicura che Annozero si farà, magari su una piattaforma satellitare, in streaming, su network locali, all’estero. Invita i cittadini a farsi sentire e, prendendo in prestito un’espressione di De Magistris, a «scassare tutto».
Sarà il caratteraccio eccessivamente irrispettoso, sarà la pretesa di tutele eccessive, sarà il «fumus persecutionis» santoriano, fatto sta che «tutto si è trasformato, ma nulla è cambiato», Santoro è tutt’oggi fuori dalla tv. Riuscirà l’azienda di Viale Mazzini, ridotta ad una «balena spiaggiata» ( come afferma Aldo Grasso) a recuperare un rapporto da più di 15 milioni di pubblicità. Si ricomincerà dunque a ritrattare con «matrigna Rai». Si riparte da zero, anzi, considerando le ferite ancora fresche, da sottozero.
Egidio Negri.

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