SANTORO: I NUMERI, I COMMENTI E IL CONFRONTO CON FORMIGLI

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Mente fredda e dati Auditel alla mano, ecco i numeri di Servizio pubblico: 3 milioni di telespettatori e il 13% di share, senza contare la rete dove ha “ulteriormente scassato”. Il programma è piaciuto. Unica pecca: l’eccessiva lunghezza di cui lo stesso Santoro si è scusato. Su La7 il buon Formigli, con Piazzapulita si accontenta di un terzo del bottino mediatico del tele tribuno. Questa volta l’allievo non supera il maestro.
Intanto i consiglieri di minoranza Rai non si rassegano alla perdita di Santoro.
Van Straten, consigliere Udc, invoca una riflessione in Cda per riammettere l’ex conduttore di Annozero. «Varrebbe la pena che chi di dovere facesse autocritica, rinunciasse a compiacere un presidente del consiglio oltretutto in uscita e offrisse a Santoro uno spazio su una nostra rete generalista», commenta il consigliere Pd, Rizzo Nervo.
Anche la politica non si astiene da commenti.
Antonio Di Pietro si è mosso in via formale con una lettera al presidente Rai Garimberti: «i vertici della Rai non possono continuare a ignorare tutto questo (…) il servizio pubblico è stato svuotato e mortificato dalle inaccettabili ingerenze della politica».
«Il successo di Santoro è un’ulteriore prova che la Rai ha rinunciato alla sua funzione di servizio pubblico», commenta l’ex giornalista, ora esponente Pd, David Sassoli che sottolinea il momento di agonia della Rai.
«Oggi è un giorno bellissimo per la libertà di informazione, il successo di Michele Santoro dice che certi bavagli non possono più essere sopportati, anche se i censori continuano a lavorare», dichiara il presidente Fnsi, Roberto Natale.
La maggioranza taglia corto affermando due semplici principi: primo, Santoro non è stato cacciato, ma ha deciso lui stesso di andarsene, afferma il consigliere Alessio Gorla, secondo, non c’è nessuna rivoluzione e il teletribuno non ha tolto spettatori alla Rai, sostiene Alessio Butti, deputato Pdl.
I detrattori di Santoro non hanno risparmiato critiche alla trasmissione: «un film d’annata (…) una scivolata di gusto egocentrica e spiritistica (…) con un Santoro megalomane e lamentevole con le solite ricostruzioni delle solite intercettazioni».
Al di là dei commenti personali sembra lecito il dubbio del segretario Usigrai, Carlo Verna: «la Rai nel suo complesso si sente o no sul banco degli imputati per quel che è accaduto e che risposte da ai cittadini?» Se lo domandano in tanti.
Egidio Negri

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