REGALO PER RAI E MEDIASET: IL DECRETO ANTI-CRISI BLOCCA IL CANONE (LIBERO QUOTIDIANO)

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Viaggia sommerso nel decreto legge del 29 novembre 2008 (n. 185) il “regalo” inatteso per Rai e Mediaset. Dal 2009, infatti, i criteri di rideterminazione dei canoni di concessione radiotelevisivi non verranno modificati. Resteranno quelli del 2006. In sostanza, ogni anno i grandi network radiotelevisivi pagano allo Stato – sotto forma di concessione – una quota variabile per il diritto a trasmettere nell’etere programmi e servizi. Ma spulciando tra le “Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale”, nella Gazzetta ufficiale n. 280, si scopre che quest’anno l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni non potrà ritoccare al rialzo il canone annuo di concessione. Questo perché all’articolo 3, paragrafo 1 (sostegno alle famiglie) è previsto esplicitamente il “Blocco e riduzione delle tariffe”. Leggiamo: «Al fine di contenere gli oneri finanziari a carico dei cittadini e delle imprese, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto sino al 31 dicembre 2009, è sospesa l’efficacia delle norme statali che obbligano o autorizzano organi dello Stato ad emanare atti aventi ad oggetto l’adeguamento di diritti, contributi o tariffe a carico di persone fisiche o persone giuridiche in relazione al tasso di inflazione ovvero ad altri meccanismi automatici, fatta eccezione per i provvedimenti volti al recupero dei soli per le tariffe relative al servizio idrico».
E fin qui la legge. Nulla di anomalo per carità, però il caso vuole che l’attuale delibera dell’Authority per le comunicazioni (n. 613/06/CONS del 7 novembre 2006) scada proprio a gennaio, proprio quando il presidente Corrado Calabrò avrebbe dovuto rivedere i parametri di pagamento per la concessione delle frequenze. Così non sarà, spiegano fonti dell’Autorità, perché «il recente decreto del governo di fatto congela per tutto il 2009 qualsiasi adeguamento». E quindi non si continuerà a pagare in base ai parametri definiti nel 2006.
Secondo la delibera in scadenza “i titolari di concessioni radiotelevisive. pubbliche e private e, comunque, i soggetti che eserciscono legittimamente l’attività di radiodiffusione, pubblica e privata, sonora e televisiva, in ambito nazionale e locale, sono tenuti, per il triennio 2006 – 2008”, prosegue la delibera “al pagamento di un canone annuo di concessione: a) pari all’1% del fatturato se emittente televisiva, pubblica o privata, in ambito nazionale”. Stando al bilancio 2007 della Rai, la tv pubblica ha sborsato nell’ultimo anno certificato circa 28,3 milioni di euro. Il grappo del Biscione supera di poco, invece, i 21 milioni di euro. Resta il fatto che dal prossimo anno i due colossi della comunicazione radiotelevisiva non dovranno sborsare un centesimo in più rispetto all’anno precedente. Sempre che il governo non intervenga per modificare il congelamento degli oneri di concessione. (Dalla rassegna stampa ccestudio.it)

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