Ultimo round sul referendum in Rai, l’Usigrai alza la voce e denuncia: “L’azienda blocca per ben due volte il comunicato sindacale dell’Usigrai sui temi della consultazione referendaria. Negato di fatto al sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai il diritto di pubblicare comunicati su questioni che incidono direttamente sulle prerogative di lavoratrici e lavoratori e sul diritto dei cittadini ad essere informati”. In una nota, diffusa ieri e riproposta, tra gli altri, anche dalla Federazione nazionale della stampa italiana, il sindacato dei giornalisti di viale Mazzini alza la voce e lo fa in modo inequivocabile, proprio alla vigilia del voto per i referendum che ha scatenato l’ennesima maretta in Rai: “Non avendo altro modo per impedire che il sindacato faccia parlare di referendum su Tg giornali Radio e Web del servizio pubblico si è appellata agli organismi di garanzia: la commissione di Vigilanza Rai e l’Agcom, perché verifichino preventivamente la par condicio. L’Agcom ha precisato che procede solo d’ufficio o su segnalazione di violazioni”, tuonano da Usigrai. Ma non è tutto: “La commissione di Vigilanza, ormai bloccata da tempo, si riunirà al più presto ma certo dopo i referendum. Bravi; come si dice, hanno buttano la palla in tribuna pur di silenziare chi pensa che andare a votare sia un diritto da promuovere in una democrazia. E che quando questo è garantito dalla Costituzione in una forma di democrazia diretta come nel caso dei referendum, sia ancor di più opportuno ricordare ai cittadini in ogni modo un appuntamento elettorale che interviene direttamente sulla possibilità di modificare le leggi del Paese”.
L’Usigrai conclude la nota aggiungendo benzina al fuoco della polemica: “Il potere è del popolo che lo esercita nelle forme previste dalla Costituzione, ma per la Rai di oggi pare sia meglio non farlo sapere troppo in giro. Mentre attendiamo che la commissione di Vigilanza si pronunci il comunicato lo pubblichiamo sui nostri social. Sulla base delle determinazioni dell’organo politico parlamentare, valuteremo le migliori modalità per tutelare il diritto alla pubblicazione dei comunicati sindacali”.