In Rai esplode la grana ferie, in Commissione le opposizioni alzano un polverone sul caso legato ai referendum. La vicenda, così come riportata e denunciata da Partito democratico, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, infatti, impatta direttamente sul voto referendario che si terrà nei prossimi giorni. E su cui c’è in ballo l’ennesima sfida politica tra gli schieramenti. Ma, come riportano i gruppi di minoranza, i dirigenti Rai avrebbero “obbligato” a prendere le ferie quei giornalisti che si sarebbero sbilanciati, forse un po’ troppo, a favore dei quesiti referendari. Una questione che, peraltro, è stata oggetto di una sentenza, pronunciata dai giudici del tribunale del lavoro di Busto Arsizio, in provincia di Varese, che vede soccombere la Direzione Rai.
Stefano Graziano, capogruppo dem in Commissione vigilanza Rai, alza le barricate: “Quanto stabilito dalla Direzione Generale della Rai, come evidenziato oggi anche da una sentenza del Tribunale del lavoro di Busto Arsizio, rappresenta una misura discriminatoria gravissima. Obbligare alla fruizione forzata di ferie o aspettativa non retribuita i dipendenti e collaboratori che abbiano aderito a partiti, sindacati, comitati referendari o movimenti politici è inaccettabile in una democrazia”. Ma non è tutto: “Una decisione che conferma il livello allarmante di degenerazione del servizio pubblico radiotelevisivo e la concezione autoritaria, padronale e profondamente antidemocratica con cui l’attuale governance sta gestendo la Rai. Siamo di fronte – prosegue Graziano – a un’idea di servizio pubblico che calpesta la libertà di pensiero, di espressione e di partecipazione civile dei lavoratori. Chiediamo con urgenza l’immediata eliminazione di questa disposizione palesemente discriminatoria: chi lavora in Rai non può essere punito per le sue idee o per il suo impegno civile e politico. La Rai è un patrimonio di tutti, non un feudo di chi oggi la governa pro tempore”. Durissimo il commento di Dario Carotenuto (M5s): “Sin dal primo momento abbiamo espresso forti perplessità sulla circolare della Direzione Generale Rai che imponeva ferie forzate o aspettativa non retribuita a dipendenti e collaboratori impegnati in attività politiche, sindacali o referendarie, come quella di questo fine settimana. Oggi, il Tribunale del lavoro di Busto Arsizio ne conferma l’illegittimità”. E ancora: “Ma non serviva attendere una sentenza per comprendere quanto questa misura fosse inaccettabile: bastava conoscere l’abc dei diritti dei lavoratori e avere un minimo senso di un`azienda con la storia, con l’immagine e la mission della Rai. Il servizio pubblico radiotelevisivo ha il dovere di garantire la libertà di espressione e il diritto all’impegno civile dei propri lavoratori, non reprimerli con provvedimenti punitivi che sanno di censura politica”. Quindi lo sgambetto su (altri) casi: “Ora si torni immediatamente indietro, e si assuma la responsabilità politica di questo scivolone. Porteremmo volentieri il caso in Commissione di Vigilanza, se solo la maggioranza non continuasse a tenerla sotto sequestro, impedendo ogni discussione sui veri problemi del servizio pubblico, provvederemo allora a chiedere con un’interrogazione conto delle responsabilità di quanto avvenuto anche per prevenire altre aberrazioni”.