RCS, CONTINUA LA TRATTATIVA CON LE BANCHE. JOVANE OTTIMISTA SUL FUTURO

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Rcs sta ritrattando con le banche creditrici. La società chiede una riduzione di 75 milioni di euro sul rimborso post-ricapitalizzazione e uno sconto di 200-300 punti base sullo spread. Ma dovrà esserci un accordo con tutte le banche creditrici. Su tutto vigila la Consob. Intanto l’ad di Rcs, Pietro Scott Jovane, si mostra fiducioso sul futuro dell’azienda.
Ma procediamo con ordine.
Insieme al suo advisor, Credit Suisse, la società che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport sta cercando di rivedere i termini della rifinanziamento del debito con le banche.
Su un totale di 850 milioni, saranno 575 quelli da riscadenzare su tre linee di credito. Fino ad ora, anche se non è stato ancora preso un accordo vincolante e ufficiale, Rcs si impegnava a restituire 225 milioni subito dopo la prima parte della ricapitalizzazione. La quale consta di 400 milioni (più 100 milioni in nuovi titoli di risparmio). E poi ci sono i punti base dello spread che si aggirano sui 610 punti base, commissioni incluse. È bene precisare che lo spread influirà direttamente sul tasso di interesse che Rcs pagherà alle banche. Allo stato attuale la media degli interessi dovrebbe aggirarsi sul 6% all’anno.
Ora, Rcs sta ri-trattando proprio sulla prima parte del rimborso e sullo spread. Ricordiamo che alcuni soci hanno deciso non partecipare alla ricapitalizzazione anche perché non condividevano i suddetti termini del rifinanziamento. Quindi il presidente di Rcs, Angelo Provasoli e l’ad Pietro Scott Jovane stanno provando a ridurre a 150 la parte di rimorso post-ricapitalizzazione. In questo modo si “libererebbero” 75 milioni da investire nel piano industriale. E poi c’è da limare lo spread, valore che è legato anche al “rating” di Rcs (che a sua volta dovrebbe rappresentare la solidità della società). Secondo Il Sole 24 Ore la società di via Rizzoli vorrebbe uno «sconto di 200-300 punti base sullo spread da applicare ai tassi di riferimento [la somma dei due valori dovrebbe poi confluire sul tasso di interesse finale, ndr].
Per un definire l’accordo di rifinanziamento Rcs dovrà interloquire con molti istituti. Infatti le banche creditrici di Rcs sono cinque. La prima per quantità di esposizione è Intesa Sanpaolo (300 milioni). La seconda è Ubi (200 milioni tramite la Banca Popolare di Bergamo e Commercio e Industria). La terza è Unicredit (110). Poi ci sono Bnl-Bnp Paribas e Bpm (entrambe esposte per 75 milioni).
E l’eventuale accordo dovrà accontentare tutti gli istituti. Attualmente (da come scrive Il Sole 24 Ore) sarebbero due le posizioni più critiche: quella di Bnl-Bnp Paribas e quella di Unicredit. La prima rinegozierebbe 55 milioni (sui 75 di esposizione). La seconda 73 (rispetto ai 110 di credito). In particolare Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, sembra mostrarsi scettico sulla possibilità di un nuovo accordo.
Sembra, invece, più aperta Ubi (che ritratterebbe 147 milioni sui 200 di esposizione). L’ad della banca bergamasca, Victor Messiah, non ha escluso un nuovo negoziato. A patto, però, che ci si intenda tutti insieme. Senza accordi diversi a seconda dell’istituto. «Le trattative proseguono. Confido in un accordo entro il prossimo cda [che dovrebbe essere convocato prima dell’assemblea dei soci del 30 maggio, ndr]. Ma non mi aspetto che siano differenziati», ha dichiarato Messiah.
Definire un rifinanziamento più “conveniente” per i soci potrebbe convincere gli azionisti ancora indecisi, in particolare Giuseppe Rotelli (16,6% delle quote) e Italmobliare della famiglia Pesenti (7,4%), a partecipare alla ricapitalizzazione. Senza la quale, ricordiamolo, non sarebbe possibile nemmeno la rinegoziazione del debito. E, di conseguenza, anche la continuità aziendale diventerebbe ad alto rischio. Tuttavia Jovane appare fiducioso nel futuro. L’ad ha dichiarato di «essere ottimista» sul piano industriale triennale che trasformerà Rcs da società editrice a “compagnia multimediale”.
Intanto la Consob sta controllando l’intero piano finanziario (ricapitalizzazione e rinegoziazione del debito). Il presidente dell’Autorità, Giuseppe Vegas, vuole verificare la trasparenza di ogni singola parte del piano.

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