Radio e tv locali rischiano di rimanere fuori dal fondo per l’emergenza, appello al governo

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Le imprese radiotelevisive locali rischiano di rimanere fuori dal fondo nazionale per l’emergenza per un inghippo normativo. Lo ha denunciato in una nota il senatore Udc Antonio De Poli che ha annunciato, contestualmente, la presentazione di un’interrogazione parlamentare per valutare la possibilità che il governo inserisca le testate radio-tv locali nel riparto dei finanziamenti.

Il parlamentare dell’Unione di Centro, in una nota, ha affermato il suo impegno a favore delle realtà locali radiotelevisive spiegandone le ragioni: “Nei prossimi giorni chiederò al governo, con un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, di valutare la possibilità di modificare il quadro normativo che stabilisce i criteri secondo i quali viene erogato il Fondo emergenze tv e radio locali. La crisi pandemica, infatti, ha azzerato gli investimenti pubblicitari e, purtroppo, considerando i paletti normativi della legge, molte emittenti tv e radio locali, pur avendo svolto un ruolo chiave nella crisi pandemica con l’informazione, sono rimaste tagliate fuori”.

Secondo Antonio De Poli: “Come è noto, le emittenti radiotelevisive locali ‘sopravvivono’ grazie agli introiti provenienti dalla pubblicità. Il ruolo dell’informazione locale è stato centrale nel corso della pandemia, in quanto rappresentava un servizio di pubblica utilità indispensabile per divulgare notizie alla popolazione sulla gestione della crisi sanitaria. Proprio per questo motivo è stato previsto un Fondo straordinario delle emittenti tv radio locali, di 50 mln di euro. Tale fondo è stato previsto dal Decreto rilancio. Purtroppo, però, non tutte le emittenti televisive locali hanno potuto accedere a questo Fondo. Perché?”.

Le ragioni del cortocircuito sarebbero in un vizio nelle leggi: “C’è un vulnus normativo. La norma infatti stabilisce che tale contributo straordinario va suddiviso in base a determinati requisiti di ammissione (ad esempio numero dipendenti e giornalisti assunti). Come è avvenuto anche con l’emittente Telecittà a Padova, centinaia di altre emittenti della sua stessa dimensione, in tutta Italia, rimangono escluse da questo Fondo. Al Governo chiederemo di adottare i provvedimenti necessari per porre rimedio a questa disparità di trattamento”, conclude De Poli.

Intanto nella giornata di ieri l’Aeranti Corallo ha incontrato, in videoconferenza, il sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles. L’associazione ha riferito all’esponente del governo Draghi i punti ineludibili per gettare le basi di un rilancio del comparto e lo stato di salute del settore: “Aeranti-Corallo ha evidenziato che, sebbene la crisi del mercato pubblicitario, conseguente all’emergenza sanitaria Covid-19, abbia infatti inciso in modo molto negativo sui conti economici delle imprese del comparto, le tv locali, anche durante il periodo di lockdown di marzo-aprile 2020, hanno svolto un importante ruolo di informazione sul territorio, registrando un fortissimo incremento dei relativi ascolti, come risultanti dai dati Auditel”.

E quindi: “Anche il settore della radiofonia, nonostante il lockdown abbia in un primo tempo quasi azzerato la mobilità automobilistica, ha tenuto e le emittenti radiofoniche locali hanno consolidato il proprio ruolo di contatto diretto con il territorio, informando e intrattenendo i propri ascoltatori”.

All’incontro erano presenti, per Aeranti-Corallo, Marco Rossignoli, Fabrizio Berrini e Alessia Caricato. Insieme al Sottosegretario Moles era presente il Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Pcm, Feruccio Sepe.

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