“QUESTA È DAVVERO CONCORRENZA SLEALE. COSÌ IL GOVERNO COLPISCE LE FAMIGLIE” (LA REPUBBLICA)

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In italiano o in inglese, il concetto non cambia:”unfaircompetition”, concorrenza sleale. Ma Tom Mockriclge, 53 anni, neozelandese, amministratore delegato di Sky Italia, sta bene attento a non pronunciare quell’espressione rispondendo alla richiesta di commentare la decisione del governo Berlusconi che ha raddoppiato l’Iva dal 10 al 20% sugli abbonamenti alla pay-tv. E preferisce rifugiarsi prudentemente nella diplomazia: “Non so. Ma il problema è perche le tasse aumentano solo per la tv a pagamento? E perché, in piena crisi economica, il governo inglese riduce l’Iva e quello italiano invece l’aumenta?”
Ha letto il fondo domenica di Eugenio Scalfari su “Repubblica” che chiede al governo di ritirare subito questo provvedimento?
“Sì, molto forte”.Voi temete adesso di perdere abbonati?
“Ofcoursc!”, risponde senza esitazioni Mockridge: “Noi abbiamo oggi 4,7 milioni di famiglie abbonate…”
Scusi, sono 4,6 o 4,7?
“Sono 4,7 e puntiamo a raggiungere rapidamente l’obiettivo dei cinque milioni. Ma, di questi tempi, un aumento del 10% sul prezzo dell’abbonamento costringerà probabilmente molta gente a rivedere il proprio budget. E tutto ciò minaccia evidentemente di danneggiare i nostri conti”.
Ma quello di Sky non è un pubblico di target più elevato, un’elite di telespettatori più abbienti?
“Non è esattamente così. Il nostro è un pubblico per così dire trasversale e purtroppo la crisi economica tocca lutti i ceti sociali. Non si tratta soltanto di rich people, di gente ricca. Pensi al calcio, e non solo al calcio, a tutta la nostra programmazione sportiva. Noi abbiamo un’offerta di 170 canali, tra cui – per esempio -Discovery o National Geo-graphic che hanno un pubblico particolarmente affezionato di giovani e di studenti”.
Se il Parlamento confermerà questo raddoppio dell’Iva, allora, dovrete aumentare il prezzo dei vostri abbonamenti?
“Non abbiamo ancora un’idea precisa. È una decisione che spetta all’azienda e l’azienda si farà carico certamente di una parte di questo eventuale incremento”.
Lei ritiene che tutto ciò accada perché Mediaset, conl’ingresso nel digitale terrestre, è diventata un concorrente diretto di Sky nel mercato della tv a pagamento e della pubblicità?
“Non lo so. So solo che prima delle elezioni il centrodestra promise di abbassare le tasse, per rilanciare i consumi. Ricordo bene che la riduzione delle tasse faceva parte del suo programma elettorale. E questa resta una grande questione per tutta l’economia italiana”.
Ma il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, sostiene in un’intervista al “Corriere della Sera” che nel 1995 fu concessa a Sky un’imposta agevolata e ora, dopo tredici anni, questo privilegio non ha più senso.
“Non ho ancora letto l’intervista. Ma chiedo: perché il 20% per la pay-tv e il 5% per i giornali o il 4% perl’abbonamento alla Rai?”.
Crede, insomma, che sia una misura punitiva contro di voi?
“Certamente è contro le famiglie italiane che hanno bisogno di avere in tasca più soldi, non meno soldi, per far crescere i consumi. E quindi tutta l’economia, la produzione e l’occupazione. In particolare, nel Sud del vostro Paese.”
Nelle file dell’opposizione, qualcuno parla di un “sostegno privilegiato” a favore di Mediaset, richiamandola legge sul conflitto d’interessi…
“Queste sono questioni che riguardano i politici”.
Per la verità, riguardano anche i cittadini italiani. Lei, comunque, che cosa pensa del conflitto d’interessi che pesa su Silvio Berlusconi?
“Non voglio pronunciarmi. È un problema su cui spetta decidere al popolo italiano, agli elettori”.
Ma, a suo parere, mister Murdoch avrebbe mai potuto diventare capo del governo in Inghilterra o presidente degli Stati Uniti d’America?
“Mister Murdoch ha fatto una scelta precisa: quella di essere un business man, un uomo d’affari; non un uomo politico”.
È vero che Murdoch ha ordinato una campagna televisiva sulle reti Sky contro la decisione del governo?
“No, piuttosto una campagna per informare le famiglie italiane sulla decisione del governo di aumentare le tasse sulla pay-tv, ai loro danni”.
Signor Mockridge, qual è in conclusione il suo giudizio sui media System italiano, sul nostro sistema dell’informazione?
“Sky fa parte di questo sistema e, anzi, ne è ormai una grande parte. Il mio è un giudizio positivo, soprattutto sul pubblico dei telespettatori. Gli italiani vogliono avere molte più scelte nella tv e noi vogliamo continuare a offrirgliele”. (Dalla rassegna stampa ccestudio.it)

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