BERLUSCONI: LA TASSA SKY NON RISPARMIA MEDIASET (IL MATTINO)

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«Anche Mediaset è penalizzata dal raddoppio dell’Iva». Sceglie di interviene via telefono al convegno nazionale del partito del ministro Rotondi, la Democrazia cristiana per le autonomie, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per replicare alle polemiche sollevate da Sky e dall’opposizione sul provvedimento inserito nel decreto anti-crisi.
Il premier contesta l’accusa di aver voluto favorire la «sua» azienda ai danni di una concorrente: «Sky non è un concorrente di Mediaset – dice – in quanto viaggia sul satellite e ha altre regole. Il provvedimento ha penalizzato anche Mediaset che sta per far partire una tv su abbonamento. Questo dimostra che hanno inventato il conflitto di interessi». E se Sky fino ad oggi ha goduto di un «privilegio» questo lo deve ai suoi «buoni rapporti con la sinistra. Siamo andati a eliminare questo privilegio. E si sono inventati che è una norma punitiva».
Mentre il decreto è da ieri operativo a tutti gli effetti, essendo stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, e sta per iniziare il suo iter parlamentare (il governo spera di vederlo approvare da almeno un ramo entro fine anno), lo scontro politico si infiamma mentre i consumatori parlano di un aumento tra i 40 e gli 80 euro all’anno per gli abbonati.
Durissimo Pier Luigi Bersani, ministro del governo ombra del Pd: «Leggendo il decreto emergono decisioni che un governo imbroglione si è dimenticato di dire in conferenza stampa». E attacca: «C’era l’onorevole Berlusconi nel Consiglio dei ministri che ha approvato una norma che penalizza milioni di famiglie e che pesa uno per un’azienda del premier e cento per un suo concorrente». Duro anche il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che parla di «norma scandalosa» a proposito di quella che ormai è stata ribattezzata come la tassa su Sky.
Dalla maggioranza apre il ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Sul raddoppio dell’Iva sugli abbonamenti alle pay tv vedrà il Parlamento. Noi abbiamo fatto un decreto». «Valuteremo nel merito la questione – dice il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri – e se si trovano soluzioni sul campo c’è la massima disponibilità, vedremo». Si spinge ancora più in là il vice presidente dei deputati Pdl Italo Bocchino che sottolinea la necessità di «approfondire questa norma, serenamente in Parlamento e, se necessario, modificarla lasciando le cose come state fino a oggi».
Ma ieri in campo scende soprattutto Sky in una delle trasmissioni pomeridiane più seguite. È Ilaria D’Amico, conduttrice di Sky Calcio Show, a chiedere esplicitamente e con enfasi al governo e al Parlamento di ripensare alla norma che ha inserito nel decreto anti-crisi la cancellazione delle agevolazioni per le televisioni a pagamento.
«Si tratta – spiega la conduttrice rivolta ai telespettatori – del raddoppio di una tassa per 4 milioni e 600mila famiglie italiane che hanno liberamente deciso di abbonarsi a Sky. Un provvedimento che va in controtendenza con la filosofia dei provvedimenti, che nelle intenzioni del governo dovrebbero incentivare le aziende e sgravare le famiglie. Altrove, in Gran Bretagna ad esempio, il governo ha appena ridotto l’Iva, qui invece viene raddoppiata».Ma non è l’unica a prendere posizione. «Ora che il governo ha messo sotto tiro Sky – dice scherzosamente più tardi Gene Gnocchi durante la puntata della sua trasmissione Gnok Calcio Show – vedrete che saremo i primi a chiudere. Quando le cose si complicano, si tagliano i rami secchi. E noi siamo di certo la peggiore trasmissione su Sky». (Dalla rassegna stampa di ccestudio.it)

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